"Il personale di polizia penitenziaria è stanco e sfiduciato"
Donato Capece, segretario generale del SAPPE: "Ancora grave carenza di organico di Polizia Penitenziaria nell'istituto arianese."
“Con non poca difficoltà solo nella tarda serata i poliziotti di Ariano Irpino, che ancora una volta hanno dimostrato grande professionalità e spirito di sacrificio, sono riusciti a ripristinare l'ordine e la sicurezza”, sottolinea il Segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Tiziana Guacci. L’organico previsto dal Decreto ministeriale 12 luglio 2023 prevede la presenza di n. 133 uomini e n. 5 donne nel ruolo agenti, attualmente la cd. forza operativa, ossia quella effettivamente disponibile, consta di sole 81 unità di cui 74 uomini e 7 donne con una differenza di ben 59 unità maschili in meno. Con ben 23 unità distaccate in uscita! Il personale di polizia penitenziaria è stanco e sfiduciato e costretto a svolgere turni massacranti”, denuncia la sindacalista. “Situazione acuita dalla mancata mobilità interna, che genera nel personale che lavora all'interno delle sezioni detentive un aumento dello stress lavorativo. E nonostante le numerose denunce al Provveditorato penitenziario della Regione Campania ad oggi nessuna risposta concreta è arrivata. Chiediamo ai vertici Dipartimentali di intervenire con immediatezza per risolvere la situazione di impasse in cui versano gli istituti campani”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Come Segreteria Generale del SAPPE ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Ariano Irpino e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Auspichiamo che i vertici del DAP e del Provveditorato regionale penitenziario di Napoli intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.