Tempo di Quaresima: Domenica III dell'Anno B (2023-24)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo di Quaresima: Domenica III dell'Anno B (2023-24)
Introduzione. Esodo ci presenta le condizioni, che gli Ebrei dovevano osservare per restare nell’alleanza con Dio; Gesù ci dice che il culto piace a Dio, se si rispettano i comandamenti; Paolo ci rivela che la vera sapienza è quella di Dio, come ce l’ha annunziata Gesù: è quella della croce.
I - Esodo 20,1-17 - Dio per mezzo di Mosè fece al Sinai un’alleanza con il popolo ebreo; con essa Dio si impegnava a proteggerlo e a conservarlo nella Palestina; esso si obbligava a fare la volontà di Dio (1), osservandone comandamenti. (a) I primi 3 riguardano l'amore verso Dio. Dio dichiara: Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile (2); perciò proibisce: Non avrai altri dèi di fronte a me (3) e di farsi immagini delle creature (4) per onorarle: Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso (5), che punisce i peccatori (5 ma cfr. Ger 31,29-30; Ez 18,1-20) e dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti (6). Proibisce anche l'uso irrispettoso del nome di Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano (7). Inoltre ordina: Ricordati del giorno del sabato per santificarlo (8), viverlo santamente; potrà lavorare Sei giorni (9), ma il settimo giorno riposerà lui con i familiari, i servi, forestieri e gli animali in onore del Signore (10) e come Lui: in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno, l’ha benedetto … e lo ha consacrato (11), cioè riservato a sé. (b) Seguono i comandamenti dell'amore al prossimo. Nei confronti dei genitori: Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà (12); si rispetti la vita altrui e propria: Non ucciderai (13), e la fedeltà matrimoniale: Non commetterai adulterio (14), anche di pensiero: Non desidererai la moglie del tuo prossimo (17); non si tocchino i beni altrui: Non ruberai (15), anche col desiderio: Non desidererai… alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo (17); si dica la verità in tribunale (16 Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo). I comandamenti sono gli stessi nella Nuova Alleanza e occorre osservarli sia per crescere nell’amore verso Dio e il prossimo sia per maturare personalmente. Sono anche utile schema per fare l'esame di coscienza, per renderci conto dei nostri peccati e decidere i mezzi per correggerci. Lottare contro le nostre tendenze cattive costa molto alla natura corrotta, ma ci aiuta moltissimo per la nostra crescita.
II - Giovanni 2,13-25 – 1. Gesù salì a Gerusalemme perché Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei (13) e Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, quelli che cambiavano le monete dei pellegrini esteri per consentire loro di fare l’offerta al Tempio (14). Gesù Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi (15) e gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi (15); ordinò ai venditori di colombe: Portate via di qui queste cose, la mercanzia (16); indica anche il motivo, per cui agisce così: fate della casa del Padre mio un mercato! (16). I discepoli collegarono l’azione di Gesù con la Parola di Dio: Lo zelo per la tua casa mi divorerà (17; cfr. Sal 69,10), cioè lo avrebbe fatto intervenire contro gli abusi. Gesù vuole insegnare col suo intervento che il vero culto di Dio sta nel credere in Dio e nella sua Parola, nel riporre la speranza nelle sue promesse e bontà, nell’obbedire alla Parola di Dio e così mostrare l'amore a Dio e al prossimo; il sacrificio, che vuole Dio, non consiste nell’uccisione di animali o nelle offerte al Tempio ma nel compiere la Sua volontà; e le offerte materiali ne sono solo l’espressione. Chiediamoci se Gesù è contento del nostro culto a Dio.
2. (a) I capi religiosi ebrei, appena arrivò loro la notizia di quello che era avvenuto nel Tempio, intervennero e chiesero a Gesù: «Quale segno, o miracolo, ci mostri per provare che hai il diritto di fare queste cose?» (18). Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (19). I giudei pensarono che Egli si riferisse al tempio materiale e lo derisero, facendogli notare: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu saresti capace di impiegare solo tre giorni per farlo risorgere?» (20). Ma egli parlava del tempio del suo corpo (21), che valeva ben più del tempio materiale, in quanto in Lui “abitava” la seconda Persona della Trinità e la pienezza della divinità; neanche i suoi discepoli capirono allora l’affermazione di Gesù, ma, Quando poi fu risuscitato dai morti al terzo giorno, si ricordarono che aveva detto questo e credettero alla Sacra Scrittura, che aveva profetizzato la risurrezione di Gesù (Sal 15,9-11; cfr. At 2,27), e alla parola detta da Gesù, che l’aveva confermata (22). Gesù è Dio, fatto uomo, e specie dalla resurrezione in poi diventa il punto di incontro tra Dio e l'uomo nel culto. Il vero culto di Dio ormai lo si fa in Gesù Cristo, appartenendo al suo Corpo mistico. Notiamo che Parola di Gesù e S. Scrittura sono messe sullo stesso piano e sono il fondamento della nostra fede. (b) Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, fece molti miracoli e di conseguenza confermò il suo diritto a intervenire nella vita del Tempio come Figlio di Dio; perciò molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome (23); Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti (24); Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo, nel suo cuore confuso e e con fede fragile e perciò non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo (25). Una fede, che pretende miracoli, è debole e soggetta a facili cambiamenti ed è ben lontana da quella, che si affida totalmente a Dio, a prescindere dai miracoli. Chiediamo questo tipo di fede solida e intensa.
III - 1Corinzi 1,22-25 - Nella loro ricerca di Dio per essere salvati, i Giudei chiedono segni, cio+ i miracoli (22), mentre i Greci, pagani, cercano sapienza (22) umana, cioè l’attività della ragione; i cristiani, invece, seguono la via della fede nel Cristo, Dio fatto uomo: noi invece annunciamo Cristo, per giunta crocifisso (23); per i Giudei la croce era scandalo, perché consideravano maledetto l'uomo, che muore su un palo (Dt 21,23); per i pagani era stoltezza (23), cioè somma pazzia, perché ritenevano impossibile che Dio, che è spirito, unisse a sé la materia e subisse la crocifissione per salvare gli uomini; ma per coloro che sono chiamati alla salvezza, sia Giudei che Greci, Cristo crocifisso è potenza di Dio e sapienza di Dio (24), cioè manifesta l'onnipotenza e l’onniscienza di Dio e il suo amore infinito per noi. Per di più, per i credenti in Cristo, ciò che appare all’uomo stoltezza di Dio - specie la crocifissione di Gesù - è infinitamente più sapiente degli uomini (25), della sapienza umana, e ciò che sembra debolezza di Dio si rivela infinitamente più forte degli uomini (25), della potenza umana. Noi cristiani, per la fede che abbiamo, mettiamo il Cristo crocifisso al centro di tutto: Egli per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione (1Cor 1,30); egli è la sorgente della nostra salvezza; è la via unica che ci porta al Padre, nella quale noi siamo trasportati nelle Sue braccia. Crediamo in Lui, speriamo tutto per i Suoi meriti, amiamoLo al di sopra di tutto e per amor Suo amiamo il prossimo e gli perdoniamo come Egli ci ha amati e perdonati.
EUCARESTIA. La Messa è il memoriale della Passione e Morte del Signore e ci aiuta ad accogliere nella nostra vita il suo mistero Pasquale, che ci fa morire al peccato e risuscitare a vita nuova in questo mondo per essere salvati per l’eternità e ottenere a suo tempo la resurrezione della carne. Chiediamo per intercessione della Vergine Maria e di S. Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni, di vivere la Pasqua settimanale come loro. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Il Sacrificio che Dio desiderava era quello che fece Gesù nella sua vita terrena. L’offerta dei beni della terra doveva essere il segno di voler fare la volontà di Dio; senza questo era senza valore l’offerta dei beni materiali. La cacciata dei rivenditori dal Tempio significava che il culto offerto a Dio non Gli piaceva, perché non facevano la sua volontà; e perciò doveva finire.
2. Gesù, entrando nel mondo, disse: Ecco io vengo, o Dio, a fare la tua volontà (Eb 10,8-10) e ne uscì: E’ compiuto (Gv 19,30). Tutta la sua vita, col suo vertice, la Passione e Morte, fu un sacrificio redentore, che era adorazione e ringraziamento a Dio, espiazione dei peccati degli uomini e supplica. Gesù stabilì che lo ripresentassimo nella Messa per renderlo accessibile a tutti.
3. Il nuovo Tempio è il Corpo di Cristo (Gv 2,19-21), in cui dimora la pienezza della divinità. Il tempio antico fu dimora provvisoria di Dio (Ez 9,1-7; 10,18-22); noi siamo vero Tempio di Dio quando siamo in grazia di Dio per la fede, come dice Paolo in Efesini (3,17), e per la carità, come dichiara Gesù in Giovanni (14,23). Cresciamo nella fede e carità per rafforzare questa presenza.
4. L’osservanza dei comandamenti (Es 20,1-17) è compimento della volontà di Dio e segno del nostro amore a Lui e al prossimo; è il sacrificio, che accompagna tutta la nostra vita e che noi Gli presentiamo nella Messa, unendolo a quello di Gesù, reso presente nell’Eucarestia. Il sacrificio di Gesù è completo in sé; ma Dio vuole che aggiungiamo la nostra parte.
5. L’idea di un Dio crocifisso era un orrore per gli antichi: scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani (1Cor 1,23), ma per noi Cristo crocifisso è potenza di Dio e sapienza di Dio (1,24), giustizia, santificazione e redenzione (1,30); Gesù per noi sia tutto e, come per Paolo, non ci sia altro vanto che nella croce del Signore Nostro Gesù Cristo (Gal 6,14) (mons. Francesco Spaduzzi)