Tempo Ordinario: Domenica I dell’Anno B - Battesimo di Gesù (2023-24)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica I dell’Anno B - Battesimo di Gesù (2023-24)
Introduzione. Isaia invita all’incontro con Dio per mezzo della sua Parola, sotto i simboli dell’acqua e del cibo gratuito; Marco ci presenta Dio in Gesù, Figlio di Dio e uomo, vicino a ogni uomo; Giovanni ci ricorda che la fede e l’amore ce lo fanno incontrare nei sacramenti.
I - Isaia 55,1-11 - Dio invita con insistenza presso di sé gli assetati a procurarsi l'acqua per dissetarsi (1) e gli affamati vino e latte (1) pane e cose buone e cibi succulenti (2) per saziarsi: tutto senza pagare (1-2). E’ un'immagine per dire che presso di lui troveranno tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere sia in senso materiale che spirituale. Per avere i beni di Dio, occorre ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica: Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e così vivrete (3; cfr. 2). Dio estenderà a loro l'alleanza, che fece con Davide, e i favori promessi a lui (3): un regno eterno, il rapporto di padre col figlio e la protezione speciale. Tutti sono invitati e specie il malvagio, che è sollecitato ad abbandonare i pensieri e l'agire cattivi (7) e a ritornare al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona (7). Dio stesso raccomanda: Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino (6), perché potremmo chiuderci totalmente a Lui. Riponiamo la nostra fede e fiducia in Dio, che ha un modo di pensare e agire diverso (8) e superiore al nostro, quanto il cielo sovrasta la terra (9); inoltre la sua Parola è onnipotente, perché opera sempre quello che dice (11), come l'acqua feconda sempre la terra e le fa produrre i frutti (10). Dio solo può soddisfare i nostri bisogni materiali e spirituali; è onnipotente e vuole salvarci; accostiamoci a lui con fede e speranza; egli illumina la nostra intelligenza con la sua Parola e ci sostiene nel metterla in pratica. Il battesimo ci fa entrare in questa comunione con Dio, perché ci fa suoi veri figli.
II - Marco 1,7-11 - 1. (a) Giovanni Battista proclama la potenza di Gesù: Viene dopo di me colui che è più forte di me (7), e la propria bassezza: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali (7), cioè di fargli da schiavo nelle azioni più modeste. Anche noi siamo nulla davanti a Gesù, Dio e uomo perfetto, e riceviamo tutto da lui sul piano soprannaturale e naturale: dipendiamo da Dio nel vivere e nell'agire. Se riconosciamo questo, siamo nella verità e diventiamo capaci di amare Chi ci ama e ci ha dato tutto e continua a darci tutto per sempre. (b) Giovanni riconosce anche che la sua missione è inferiore a quella di Gesù: Io vi ho battezzato con acqua (8), per spingervi a riconciliarvi con Dio per mezzo del pentimento e della confessione dei peccati; ma egli vi battezzerà in Spirito Santo (8), promesso nell'AT per la venuta del Messia e dato ora battesimo cristiano, che ci fa morire al peccato e rinascere alla vita divina. (c) Però Gesù dichiara che Giovanni è l'uomo più grande dell'AT (Mt 11,11), perché fu il profeta che proclamò che il Messia era venuto e lo mostrò come l'Agnello di Dio, che toglie i peccati; concepito da sei mesi, ricevette da Gesù lo Spirito per compiere la missione; fece vita dura nel deserto; con coraggio rimproverava tutti i peccatori, compresi i potenti, e morì decapitato per la sua fedeltà a Dio: fu precursore di Gesù anche nella morte. Lodiamo e ringraziamo Dio per averlo fatto così grande e chiediamo di imitarlo nella lotta contro il peccato e nella vita di sacrificio e nel testimoniare Gesù.
2. Anche Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni (9). Gesù, senza peccato, si umiliò, sottoponendosi al rito dei peccatori, e il Padre lo esaltò con l’apparizione della Trinità. E Gesù subito, uscendo dall’acqua, si raccolse in preghiera (Lc 3,21-22), e vide squarciarsi i cieli (10), cioè si riprende in pieno la comunicazione fra Dio e gli uomini, danneggiata dal peccato dei progenitori. E lo Spirito discese verso di lui sotto forma di colomba (10): l'unico volatile, che si poteva offrire in sacrificio a Dio e simbolo dell'inizio della (nuova) creazione (Gn 1,2) e del nuovo mondo dopo il diluvio (1Pt 3,20-21), ma anche espressione di dolcezza, tenerezza e amore, oltre che di pianto e sofferenza: la missione di Cristo si svilupperà nell’amore e sacrificio. Una voce dal cielo, del Padre, lo proclamò: «Tu sei il Figlio mio, l’amato, l’unico: in te ho posto il mio compiacimento» (11), richiamando sia la sua relazione col Padre sia la sua identificazione col Servo sofferente di Yahweh (Is 42,1). Perciò con immagini e allusioni è annunciato che Gesù avrà una missione di dolcezza e d'amore: si abbasserà con la sofferenza e la morte e arriverà alla gloria della risurrezione, ascensione e intronizzazione regale. Accettiamo la Persona e la missione di Gesù così come ci viene rivelata. Poiché siamo membra del Corpo Mistico, impegniamoci a condividere in tutto la sorte di Gesù: fatica e sofferenza in questo mondo e gloria nell’eternità.
III - 1Giovanni 5,1-9 – (a) Perché Dio ci salvi, dobbiamo credere che Gesù è il Cristo (1) ed è il Figlio di Dio (5), cioè è Dio come il Padre e lo Spirito Santo e Uomo come noi, ed è il Messia, mandato a salvare gli uomini. Gesù Cristo è venuto fra gli uomini con l’acqua e con il sangue (6) e lo Spirito (8): questi tre testimoniano (7-8) che egli è il Cristo (1) e il Figlio di Dio (5). L'acqua è quella del battesimo di Gesù, con la discesa dello Spirito e la dichiarazione del Padre (Mc 1,9-11); il sangue è quello della Passione e Morte di Gesù, quando i prodigi spinsero il Centurione a proclamare che Gesù è il Figlio di Dio (Mt 27,54; Mc 15,39; cfr. Gv 12,32); lo Spirito, di cui Gesù è concepito, testimonia anche nella Pentecoste (At 2): appare sotto forma di fuoco, istruisce gli Apostoli e li sostiene nella missione, guida e anima la Chiesa con la sua attività santificatrice. E’ speciale la testimonianza dello Spirito, perché lo Spirito è la verità (6), è Spirito di verità (Gv 14,17; 15,26; 16,13). Ora Se accettiamo la testimonianza di 2 o 3 uomini, tanto più accogliamo la testimonianza di Dio Padre riguardo al proprio Figlio (9) per mezzo dell'acqua e del sangue e dello Spirito: essa è ben superiore. Rinnoviamo la nostra fede nella Trinità e in Gesù con il Credo, con l’atto di fede, col segno della croce; la fede cresce per mezzo degli atti di virtù e ci aiuta a giudicare con l’occhio di Dio la realtà. (b) Chi crede in Gesù è stato generato da Dio (1) e riceve la sua vita divina, e chi ama il Padre, colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato (1), (il Figlio e) i figli di Dio, perché sono suoi fratelli. Come conosciamo di amare i figli di Dio, nostri fratelli (2)? Se amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti (2); perché In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti (3; cfr. Gv 14,15; 15,10). I comandamenti sono 10: nei primi 3 si pratica l'amore verso Dio e negli altri l'amore verso il prossimo. La loro osservanza non è pesante o difficile (3), perché chi crede e ama è unito a Dio e Gli obbedisce e vince il mondo (4): da Dio riceve la forza per vincere i nemici spirituali, come anche Cristo ha vinto il mondo (Gv 16,33; Ap 3,21); in effetti la nostra fede (4) supera le suggestioni della carne (1Gv 2,16), del mondo (4-5; cfr. 2,16) e del diavolo (1Gv 2,13). Il credente ha la Parola di Dio, che dimora in lui (1Gv 2,14). Preghiamo con insistenza per ottenere di crescere nella fede, speranza e carità. S. Paolo vi fa riferimento continuo.
EUCARESTIA. La Parola di Dio ci fa diventare figli di Dio nel battesimo e risuona con forza nella Messa, trasformando pane e vino in Corpo e Sangue di Cristo. E’ lo Spirito che realizza queste trasformazioni, e che viene in noi per farci vivere la vita cristiana. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, di ottenerci di essere docili all’azione dello Spirito in ogni fase della nostra vita. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Riconoscere la propria inferiorità rispetto a Dio non fa problema a un sano di mente; ma non è facile riconoscere gli altri superiori a noi; dobbiamo ammettere che non siamo perfetti e non conosciamo tutto; ci sono alcuni più competenti di noi in certe materie e altri migliori di noi, se non altro perché - forse - con meno grazie da parte di Dio hanno fatto più progressi di noi nella vita spirituale: in ogni caso bando alla superbia, che ci vuol far sentire superiori agli altri.
2. Gesù è il Figlio unico e l’amato del Padre. Col battesimo anche noi, senza cessare di essere creature, diventiamo veri figli di Dio per la vita divina, che ci viene comunicata in Cristo. Già eravamo amati da Dio perché creature, molto più lo siamo da quando diventiamo suoi figli.
3. Credere all’amore di Dio per ciascuno di noi, perché ci ha creati, ci conserva e ci dà il concorso e perché ci ha dato la vita soprannaturale, ce la conserva e ci dà le grazie attuali, è necessario perché Dio ci salvi. L’AT e il NT insistono sull’amore di Dio per noi e sulla sua continua misericordia per noi. Meditiamo i tanti testi del NT e dell’AT in materia.
4. Dio ci tratta con gratuità, ma ciò non indica che Lui o i suoi doni siano superflui. Senza di Dio noi siamo nulla e non possiamo neanche esistere. Dare a Dio il giusto posto nella nostra vita e avere quindi una relazione intensa con lui è sorgente inesauribile di gioia e di stabilità e salute spirituale, ma anche psicologica e persino fisica. Apriamo le porte a Cristo e a Dio.
5. Fede, speranza e carità, sono le virtù che fanno il vero discepolo di Cristo e il cristiano autentico; la Chiesa ci fa chiedere con frequenza queste tre virtù e ce le propone nella predicazione e ce le fa praticare nelle celebrazioni e nella vita quotidiana. Esaminiamoci per vedere quanto sono intense queste virtù e come possiamo crescere in esse e diventare esempio per gli altri con la loro pratica. (mons. Francesco Spaduzzi)