Tempo di Avvento: Domenica II dell'Anno B (2023-24)
Introduzione. Isaia invita il popolo ebreo a prepararsi all’incontro con Dio; lo stesso invito nel Vangelo gli rivolge Giovanni il Battista con riferimento all’incontro con Cristo; e Pietro invita il nuovo popolo di Dio a prepararsi all’incontro con Gesù al giudizio finale (e quello particolare).
I - Isaia 40,1-5.9-11 - Il Profeta sente l’ordine di Dio: consolate il mio popolo (1) e parlate al cuore di Gerusalemme (2); bisognerà gridarle che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati (2; cfr. Dt 21,15-17). Una voce urla: Nel deserto preparate la via al Signore (3), che, alla testa del suo popolo, lo guiderà da Babilonia alla Città Santa (cfr. 9); occorre spianare nella steppa la strada per il nostro Dio (3), riempire le valli e abbassare i monti e colline (4). Queste liete notizie saranno annunciate a Gerusalemme (9) da un alto monte con voce forte, senza timore (9), in modo che esse arrivino alle città di Giuda (9): Ecco il vostro Dio! (9); Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio (10); Egli porta con sé il premio per i buoni e il castigo per i cattivi (10). Allora tutti gli uomini insieme… per volontà di Dio vedranno la gloria del Signore, (5). Però essa non si rivelerà in imprese guerresche o in miracoli, ma nel fatto che Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna (11), avrà speciale cura per gli agnellini, che porta… sul petto, e per le pecore madri, che conduce dolcemente (11). Il profeta annuncia un evento vicino, che è la liberazione degli ebrei dalla schiavitù di Babilonia e il ritorno alla loro terra, e l'altro lontano: la liberazione degli uomini dalla schiavitù di Satana. E’ Dio che li realizza: il primo nell’AT e rivela soprattutto la sua potenza, il secondo nel NT per mezzo di Gesù Cristo e manifesta la grazia (Tt 2,11; cfr. 3,7), la bontà e l'amore (Tt 3,4), la misericordia (cfr. Tt 3,7). In questo modo Dio ha agito con misericordia verso gli Ebrei e con ben maggiore misericordia verso di noi. Crediamo, adoriamo, ringraziamo, rinnoviamo la nostra fede e speranza in lui, amiamolo. E pentiamoci dei peccati.
II - Marco 1,1-8 – Marco, all’inizi del suo vangelo, afferma che esso contiene la buona notizia della salvezza per mezzo di Gesù, che è Figlio di Dio, mandato dal Padre come Messia (=Cristo) (1). Gesù fu preannunciato da profezie, figure e simboli (avvenimenti e cose), che ne delinearono la figura e la missione. L'ultimo profeta a parlare fu Giovanni Battista, il più grande fra gli uomini (Mt 11,11; Lc 7,28); egli stesso fu predetto come precursore del Signore da Malachia (cfr. 3,1), che lo presenta mandato da Dio come messaggero, che Gli prepara la via (2 Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me), e da Isaia (cfr. 40,3), che lo indica come la voce che dal deserto invita a preparare la via al Signore, cioè convertirsi, pentirsi dei peccati e cambiare vita, per accoglierLo bene (2-3). Giovanni predica e amministra un battesimo per aiutare la conversione e ottenere il perdono dei peccati (4). Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme (5) E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati (5). Il battesimo di Giovanni era molto più dei bagni rituali ebrei, che davano una purezza solo legale ed esterna, ma era molto meno del battesimo di Gesù, che dà il perdono dei peccati e la vita divina; esso dava la coscienza di essere peccatori con l'umiltà di confessarlo e il pentimento vero, che portava alla riconciliazione con Dio. Anche noi abbiamo peccato e continuiamo, abbisogniamo di alimentare il senso del peccato – non il senso di colpa -, il pentimento e la conversione per il perdono. L'Avvento è un tempo propizio, che ci aiuta a prepararci all’incontro col Signore a Natale con più ascolto della Parola di Dio - e quindi più preghiera, che è la nostra risposta a Dio che ci parla -, più penitenza, seguendo l’esempio del Battista, e più opere di carità fraterna.
2. Esempio di penitenza è Giovanni il Battista, che visse da fanciullo fino all'inizio della predicazione una vita sacrificata nel deserto di Giuda: era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico (6). Anche a noi giova mortificare i sensi per fare penitenza dei peccati e rafforzarci nella lotta alle nostre tendenze cattive. Annunciò la venuta del Messia dopo di lui e gli riconosceva una tale superiorità da non sentirsi degno neanche di slegare i lacci dei suoi sandali (7), come fa lo schiavo, e una missione più importante della propria, perché col battesimo lui immergeva nell'acqua, mentre Gesù immergeva nello Spirito: egli vi battezzerà in Spirito Santo (8). Guardiamo a Giovanni Battista come esempio di vita e di coraggio nell'apostolato e a Gesù come nostro Dio e Salvatore, che coi sacramenti ci dà lo Spirito.
III - 2 Pietro 3,8-14 - (a) Pietro parla del giorno del Signore, la seconda venuta di Gesù, che già la preannunciò (Mc 13,32) improvvisa come quella di un ladro (10). Ci sarà una forte esplosione (10); i cieli si trasformeranno in fiamme (12); gli astri saranno consumati dal calore (10) e si dissolveranno (10; 12) e spariranno (10); inoltre la terra sarà distrutta con tutte le sue opere (10), perché Tutte queste cose dovranno finire (11); allora si realizzerà la nostra speranza nella promessa di Dio e di Gesù, che il nostro mondo sarà sostituito da nuovi cieli e una terra nuova (13; cfr. Is 65,17): qui tutto, nei rapporti fra gli uomini e con Dio, sarà regolato secondo la giustizia di Dio, la sua volontà (13). Rinnoviamo la nostra fede e speranza nel Signore e nella sua Parola; sono secondari i particolari della trasformazione; c’importa il paradiso, che viene dopo… (b) Poiché in paradiso si vive facendo la volontà di Dio, nell’attesa di questi eventi della seconda venuta di Gesù (14), i carissimi fedeli devono già adesso vivere nelle preghiere (11), nel dialogo con Lui, continuo secondo Gesù (Lc 18,1) e Paolo (1Ts 5,17), e con una vita santa (11), senza colpa e senza macchia (14), impegnandoci a conservare col prossimo i rapporti in pace, che Dio vuole (14). Con le nostre sole forze non ce la faremo; con la Sua grazia, sì; Gesù è presente nella Sua Parola, che ascoltiamo e meditiamo, e ci comunica la sua energia divina, che vince le nostre debolezze. (c) Pietro nota che alcuni, non vedendo venire subito il giorno del Signore, accusano Dio di lentezza nel mantenere le sue promesse (9): accuse false, perché Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa (9); in realtà Egli rispetta i suoi tempi e non i nostri, anzitutto perché le nostre misure non sono le sue: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno (8); inoltre Egli è magnanimo e paziente coi peccatori, che devono pentirsi, perché non vuole che alcuno si perda eternamente (9). D’altra parte, la nostra preghiera e vita cristiana possono anticipare la venuta del giorno di Dio (12): come i profeti invocavano la venuta del Signore (Is 63,19), così Maria (Gv 2,1-12) e Giuseppe e tanti pii ebrei, come Simeone e Anna, aspettavano e affrettavano il consolatore e redentore. Affrettiamo anche noi la venuta di Cristo alla fine del mondo e della nostra vita, valorizzando le sue tante venute intermedie per familiarizzarci con Lui già da ora, in attesa di stare con Lui per sempre.
EUCARESTIA. L’Avvento ci ricorda che Gesù venne, verrà e viene, in mezzo a noi con tante sue presenze. Prepariamoci all’ultima venuta di Gesù, seguendo i suggerimenti di S. Pietro: vita santa e comunione col Signore già da ora, valorizzando le sue presenze, in modo da essere accolti da Lui con gioia sua e nostra. La Madre sua e nostra e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, ci accompagnino e ci sostengano con la loro preghiera. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Ogni incontro con Dio suppone preparazione da parte nostra perché siamo peccatori e abbiamo bisogno di purificarci per ottenere il perdono. Non dimentichiamo mai che il nostro ritorno a Dio inizia sempre ed è accompagnato e portato al termine con il suo sostegno.
2. Giovanni era un predicatore di penitenza e testimone di vita penitente. Perciò la gente lo ammirava molto ed era molto sensibile ai suoi richiami. Vale sempre che le parole illuminano ma sono gli esempi che attraggono e trascinano, perché ci convincono che chi parla lo vive anche. Per lo stesso motivo i Santi hanno tanto influsso con la loro predicazione, perché la vita la sostiene.
3. Il Salvatore è uno solo: è sempre e solo Gesù. Giovanni riconosce la infinita superiorità della persona e della missione di Gesù, cosa che era piuttosto indigesta per alcuni suoi discepoli, i quali con una punta di invidia notavano i successi dell’apostolato di Gesù; essi però venivano contraddetti dal loro maestro.
4. S. Ignazio negli Esercizi spirituali (63) fa chiedere tre grazie: la prima, che io acquisti un'intima conoscenza dei miei peccati e li detesti; la seconda, che io senta il disordine delle mie azioni, e così, detestandole, possa emendarmi e mettere ordine in me stesso; la terza, che io prenda conoscenza del mondo, e così, detestandolo, possa tenermi lontano dalle vanità terrene.
5. Ci conviene sempre dare molta attenzione alle varie venute del Signore in mezzo a noi e valorizzarle; se ci sforziamo di prepararci bene a questi incontri “intermedi”, certamente ci troveremo anche pronti all’incontro col Signore alla fine della nostra vita e del mondo. La superficialità con cui, p. es., entriamo nella preghiera, è un brutto segno premonitore della leggerezza con cui ci prepariamo ad affrontare l’incontro finale con Cristo. (mons. Francesco Spaduzzi)