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Tempo di Avvento: 8 dicembre

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (2023-24)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo di Avvento: 8 dicembre - Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (2023-24)

 Introduzione. Genesi ci parla del peccato originale e della profezia che ne saranno preservati una donna e suo Figlio; Luca ci dice che sono Maria e Gesù; Paolo ci mostra che tutti siamo salvati da Dio per mezzo di Gesù e in Gesù e, quindi, Maria e noi siamo stati redenti per Cristo, ma per vie diverse: noi col perdono dei nostri peccati, Lei preservandola dal peccato originale.

I - Genesi 3,9-15.20 - I progenitori furono creati da Dio e arricchiti di doni naturali (corpo e anima con intelligenza e volontà), preternaturali (integrità, immortalità e impassibilità) e soprannaturali (grazia santificante, doni dello Spirito e virtù infuse), e messi nel paradiso terrestre per un periodo di prova; si ribellarono a Dio, mancando di fede nella sua parola, di speranza nelle sue promesse e di carità e gratitudine a Dio per i suoi doni; preferirono credere al diavolo e sperare in lui e così persero subito per sé e i loro discendenti i doni soprannaturali e preternaturali e restarono indeboliti in quelli naturali. Ma Dio misericordioso li cercò e li chiamò (9). Adamo, invece di confessare il peccato, manifestò la sua paura e nudità (10), effetto della perdita dei doni di Dio; Egli tentò ancora di aiutarlo a riconoscersi peccatore (11), ma Adamo, ormai egoista e superbo, accusò la sua donna e Dio, che gliel'aveva data (12). Eva imitò lo sposo e accusò il serpente (13). E così Dio punisce il serpente con giustizia (14), ma con misericordia promette la salvezza all'uomo, pur castigando lui e i suoi discendenti; inoltre preannuncia l'inimicizia totale fra il diavolo e una donna futura, e fra i discendenti dei due: Io porrò inimicizia fra te e la donna,/ fra la tua stirpe e la sua stirpe:/ questa ti schiaccerà la testa/ e tu le insidierai il calcagno (15). Maria è la donna, che sarà del tutto sottratta al dominio di Satana con l'esenzione dal peccato originale; la discendenza di lei è Gesù, che schiaccerà la testa al diavolo, distruggendone il dominio. Il peccato dei progenitori sarà così eliminato grazie alla nuova coppia: il Figlio di Dio fatto uomo e la Madre di lui, gli iniziatori della Nuova Umanità. Rinnoviamo la nostra fede in queste verità; riconosciamo i nostri peccati e pentiamocene; affidiamoci alla misericordia infinita di Dio e corrispondiamo alla Sua grazia; collaboriamo all’opera redentrice di Gesù e di Maria per la salvezza nostra e del prossimo.

II - Luca 1,26-38 – L’Angelo Gabriele si presenta (26) a Maria, una vergine fidanzata di Giuseppe, entrambi discendenti del re Davide (27). Egli la saluta con parole insolite: Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (28). Rallegrati era il saluto dei profeti a Sion per annunciarle la venuta di Dio da re e salvatore; piena - o riempita - di grazia significa che Dio l'ha resa bella ai suoi occhi, santa, cioè senza di peccato originale e personale e piena di grazia santificante; il Signore è con te è annunzio di una missione, che Dio vuole affidarle, con la garanzia del successo nel portarla a termine grazie alla Sua presenza e al Suo sostegno. Maria si turba per il saluto (29), ma l’Angelo la rassicura: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio (30), cioè gode della benevolenza di Dio, e le annunzia la missione: Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù (31), Jehoshuah, Yahweh salva. Questi Sarà grande ed è Dio, perché è Figlio dell’Altissimo (32), santo e … Figlio di Dio (35); è anche il Re Messia, perché discendente di Davide (32), di cui erediterà il trono per sempre:… e il suo regno non avrà fine (33), né confini. Maria chiede come possono stare in lei insieme la maternità, che Dio le offre e le chiede ora, e la verginità, che Dio ha voluto da lei (34), e l’Angelo le risponde che concepirà per opera dello Spirito: Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra (35), con pieno rispetto della sua integrità spirituale e fisica. A conferma che nulla è impossibile a Dio (37) l'Angelo le dà notizia della maternità miracolosa della cugina Elisabetta (36). Ci troviamo di fronte ai due misteri principali della fede: Unità e Trinità di Dio e Incarnazione del Figlio di Dio. Crediamo, adoriamo, benediciamo Dio per quello che è e ringraziamoLo, perché opera tutto questo per la grandezza di Maria e la nostra salvezza. Lasciamoci rapire dall'amore sconfinato di Dio per l'umanità, per la cui salvezza manda il Figlio come uomo nel mondo a patire e morire, e dalla grandezza di Maria, che è coinvolta pienamente in questa missione. Per la comunione così intima, che deve avere con Dio Uno e Trino, Questi le dona una santità unica, che inizia con l'Immacolata Concezione. Solo Gesù e lei certamente - ma anche forse S. Giuseppe -, hanno avuto questo privilegio. Ammiriamo Maria, gustiamone la grandezza; amiamola e sentiamola vicina perché è nostra madre: non ci lascerà mai, finché non ci avrà messo al sicuro in paradiso. E’ intima con Dio ed efficace nella preghiera.

2. Maria risponde all'Angelo con la fede nella Parola di Dio e l’adesione piena alla Sua volontà: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (38); in sostanza lei crede e ama. Esattamente l'opposto di quello che fecero Adamo ed Eva quando peccarono per mancanza di fede e di amore verso Dio. I progenitori persero subito i doni soprannaturali e preternaturali e furono indeboliti in quelli naturali; i discendenti nascono in questa triste situazione di povertà. Maria fa eccezione perché, quando è concepita dai genitori, riceve la grazia santificante sin dal primo istante di vita; perciò è da sempre piena di grazia e quindi senza peccato originale; resterà anche senza peccati personali perché sempre aderirà alla volontà di Dio, lasciandosi guidare solo dalla fede, speranza e carità. Impariamo da lei il rifiuto del peccato e l'obbedienza totale a Dio.

III - Efesini 1,3-6.11-12. - Paolo parla dei redenti e tra questi c’è anche Maria. Egli benedice Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che vuole arricchire noi e Maria con ogni benedizione spirituale nei cieli, inserendoci in Cristo (3). Il piano di Dio è progettato nell'eternità, prima della creazione del mondo (4): Dio ha scelto Maria, vedendola in Cristo e stabilisce che Lei sarà senza macchia di peccato e tutta santa ai suoi occhi e avrà l'amore come condizione e causa della sua santità (4). Il piano è eseguito in quanto Maria, come noi, è predestinata da Dio, secondo il disegno d’amore della sua volontà (5), a essere Sua figlia adottiva, grazie all'inserimento nel Corpo mistico di Gesù come membro specialissimo. Il fine è sempre l’esaltazione della gloria di Dio, che si manifesta nella benevolenza, che Egli ci dona nel suo Figlio amato (6), di cui Lei è madre. Anche Maria, come noi è chiamata in Gesù a raggiungere l'eredità eterna, dono che è collegato con la partecipazione alla vita piena di Dio (11), con la pratica della fede, speranza (12) e carità, che sono le virtù che ci uniscono a Dio già sulla terra. Di unico c’è che Dio ha pensato Maria dall'eternità come Madre di Dio, e quindi tutta santa e l'ha creata tale dal suo concepimento; poi Lei ha corrisposto alla grazia di Dio con la pratica di tutte le virtù e ora è nella gloria di Dio, in anima e corpo. Lodiamo e benediciamo Dio per aver fatta così bella la madre di Gesù e nostra, vicinissima a noi, pur elevata a immensa altezza. Affidiamoci alla sua protezione e imitiamone la fedeltà a Dio.

EUCARESTIA. La santità è dono di Dio e viene dall’unione con Gesù per la pratica delle virtù teologali. Nella Messa raggiungiamo con Gesù e la Trinità e la Corte Celeste la massima unione possibile sulla terra. Chiediamo per intercessione di Maria e Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni di avere grande devozione alla nostra Madre Celeste e valorizzarla per la nostra salvezza e del prossimo. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Il migliore discepolo di Gesù è stata proprio Maria, che ha fatto sempre la volontà di Dio e l’esprime con le parole: Ecco la serva del Signore...; così fece Gesù, che è presentato dall’AT come il Servo di Yahweh e dal NT come Colui che entra nel mondo per fare la volontà del Padre e ne esce affermando di averla compiuta con piena fedeltà.

2. L’autentica fede in Dio include anche: nulla è impossibile a Dio. Dio è infinito in tutti i suoi attributi; noi con la nostra intelligenza limitata abbiamo bisogno di distinguerli l’uno dall’altro e anche di contrapporli, ma Egli è una realtà semplicissima e senza nessuna forma di composizione. Dopo la fede, l’atteggiamento proprio dell’uomo nel suo rapporto con Dio è l’adorazione, cioè il riconoscimento dell’infinita grandezza di Dio e la nostra dipendenza da Lui, come l’esprime Maria nel Magnificat.

3. Maria diventa Madre di Gesù, Dio e Uomo, che è il capo del Corpo mistico, ma chi è madre del capo di un corpo è anche madre delle membra del  medesimo corpo: è nostra vera madre.

4. Dio punisce con giustizia e misericordia il peccato dei progenitori. E’ terribile che l’umanità stia perdendo il senso del peccato e anche le persone consacrate, purtroppo ne risentono gli effetti. Preghiamo perché Dio nella sua misericordia conservi e alimenti in noi la sensibilità spirituale nei confronti di questa tristissima realtà, che è l’offesa fatta a Dio, e ci aiuti a trasmetterla ad altri.

5. Il piano originario di Dio era che l’uomo fosse santo e immacolato, senza peccato originale e personali, come lo sono Gesù e Maria (e forse Giuseppe). Ma l’uomo pecca e la misericordia di Dio lo salva per i meriti di Gesù Redentore e di Maria Corredentrice, dandogli il perdono dei peccati. Non ringrazieremo mai abbastanza Dio, che ci ha amati fino a consegnare alla morte il suo Unico Figlio per la nostra salvezza. (mons. Francesco Spaduzzi)

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