“10 agosto, San Lorenzo e … Sant’Ilario”
Si è tenuta lo scorso 10 agosto a S. Ilario di Atella la nona edizione di “Aspettando Siringa”. Siamo nell’entroterra lucano. Un borgo antico arroccato a circa 900 metri s.l.m.
Ha in comune con altri luoghi ad esso simili il problema dello spopolamento. Ha, però, tratti unici: governa antichi percorsi tra la nostra Lucania, l’irpinia, il salernitano e, nelle mattinate terse, l’occhio curioso impatta con il golfo di Manfredonia.
Posto strategico ma anche magico da cui emergono tracce certe di successivi e diversi insediamenti antropici.
Ma ritorniamo al 10 agosto.
Ogni anno, in questa data, il maestro d’arte Franco Zaccagnino presenta, una sua nuova scultura. Ma questo, penserete, avviene quasi ovunque. Pronti a farvi ricredere: l’opera è realizzata con la canna. Sì, avete capito bene, il comunissimo vegetale.
E non è finita qui. L’artista, di questo umilissimo materiale, sfrutta le infinite variazioni cromatiche senza ricorrere mai al pennello e ai colori.
E ancora, queste sculture, lungi dall’essere immobili, hanno parti semoventi.
Ogni anno una scultura diversa. Sempre una donna che propone e simboleggia un’epoca, uno stile di vita, una storia. Monna Lisa, Cleopatra, Frida Kalo, Marylin, Amore e Psiche e, da ultimo, in questa edizione, Lilith: donna mesopotamica magica e misteriosa e, nella Bibbia, prima moglie di Adamo.
La figura di quest’anno, Lilith; il tema, “Donna e Libertà”
Storici dell’arte, critici, docenti universitari, giornalisti si alternano ogni anno per discutere l’argomento che l’opera sottende.
Poi, su di uno schermo, viene proiettato il racconto di Siringa, ninfa mitologica che per sfuggire alle voglie del dio Pan si trasforma in canna.
Quest’anno la storia di Siringa è stata declamata da un albero parlante. Sì, avete capito bene, si tratta di un frassino secolare presente a S. Ilario, censito nel 2022 dal Ministero delle Politiche Agricole come albero monumentale nazionale e inserito nei luoghi proposti dal FAI.
Subito dopo, in quel magnifico anfiteatro naturale che è la piazza di Sant’Ilario, è riapparsa Siringa che è andata a disvelare l’ultima opera del maestro.
Rappresentare la bellezza di queste sculture è palesemente opera improba. Anche a saperlo fare non mi permetterei, proprio col chiaro intento di invitarvi a vivere dal vero queste emozioni.
Franco Zaccagnino, non vuole assolutamente che le sue opere diventino itineranti. Lui vuol fare di questo museo un polo attrattivo per il rilancio del borgo.
Non vi è visitatore che non resti senza fiato e senza parole.
Il Direttore del progetto europeo per l’invio di una sonda su Marte, il francese Sylvestre Maurice, nel 2015 si inerpicò sin quassù per visitare il museo e lasciò scritto: “Un grande grazie per questa visita illustratami dallo stesso artista. Tanta finezza e perfezione ad immagine dell’universo! Qui abita il figlio di Pan”. Ed una delle figlie, Clemence, appuntava: “Splendido! Voi donate vita all’arte!”
Lui, gran conoscitore di percorsi stellari, non si è certo perso d’animo per trovare S. Ilario sulla cartina geografica della Basilicata, a voi lettori basterà un semplice riscontro su google maps: il 10 agosto, per la manifestazione “Aspettando Siringa” e, durante tutto l’anno, per visitare il museo dell’Arte Arundiana.
Ilario Bochicchio