Tempo Ordinario; Domenica X - Solennità del Corpo e Sangue del Signore dell'anno A
Nota introduttiva: E’ il pastore che prepara l’omelia per i suoi fedeli, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario; Domenica X - Solennità del Corpo e Sangue del Signore dell'anno A
Introduzione. Mosè ricorda l’amore, con cui Dio ha assistito gli Ebrei 40 anni nel deserto, dando loro cibo e bevanda, vestiti e difesa dagli animali, e chiedendo solo di osservare la Sua Parola; il Vangelo ci parla dell'Eucaristia, cibo che Gesù dà ai fedeli per vivere in questo mondo la vita di Dio; Paolo conferma che essa alimenta la vita dei singoli nell’Unico Corpo di Cristo.
I - Deuteronomio 8,2-3.14b-16a – (a) Mosè raccomanda agli Ebrei di non dimenticarsi mai (2) di Dio e che li liberò dalla schiavitù Egiziana (14) per portarli nella Terra promessa; li aiutò nel viaggio attraverso il deserto (2), esteso e pieno di animali pericolosi (15), e li nutrì con due miracoli quotidiani: ricevevano l'acqua da una roccia (15) e la manna dal cielo (3; 16 che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri). E noi non dimentichiamoci di Gesù, che ci liberò dalla schiavitù di Satana e dalla morte spirituale e ci sostiene nel deserto della vita con continui miracoli, che purtroppo neanche percepiamo; inoltre ci nutre ogni giorno della Parola di Dio e del suo Corpo e Sangue, perché possiamo vincere il male e fare il bene. Nell'Eucaristia facciamo memoriale della nostra liberazione e offriamo il sacrificio di Gesù e di noi a Dio. (b) Dio trattenne gli Ebrei nel deserto per tenerli umili (3), aiutarli a riconoscere che ogni loro bene veniva da Lui e perché dessero prova di fedeltà nell'osservare la legge di Dio, anche nelle difficoltà (2; 14 il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore, Dio tuo). Così avrebbero capito che il cibo materiale è necessario per sopravvivere, ma la loro vita dipendeva dal nutrirsi della Parola di Dio, che rivela la sua volontà (3 per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore). Anche per noi, pellegrini sulla terra, l’Eucarestia ci rende coscienti della nostra dipendenza da Dio (umiltà) e ci aiuta a essere fedeli, facendo ogni giorno la sua volontà, che la sua Parola ci rivela; la madre Chiesa ci invita ad ascoltare la Parola di Dio sempre è a nutrirci dell'Eucaristia almeno nei giorni festivi; prepariamoci anche con una buona confessione.
II - Giovanni 6,51-58 – 1. Gesù opera la moltiplicazione dei pani, miracolo, che è un “segno” che Gesù è onnipotente e quindi non è solo uomo, ma anche Dio; il giorno dopo promette l’Eucarestia, la sua carne come cibo e il suo sangue come bevanda. Nella discussione coi Giudei Gesù contrappone la manna, che ricevettero dal cielo per mezzo di Mosè, al pane che è dato da Dio Padre e viene dal cielo: è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero (Gv 6,32); il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo (33); Gesù sta parlando di sé, ma gli ascoltatori non capiscono; perciò aggiunge che, per avere questo pane, occorre credere in colui che è stato mandato dal Padre (29), cioè in Gesù, e che Lui è il pane della vita (35; 48); la fede in lui (35 chi viene a me… e chi crede in me) sazia la fame e la sete (35 non avrà fame e… non avrà sete, mai!), procura già ora la vita eterna: chi crede ha la vita eterna (47; cfr. 40), e alla fine del mondo darà la resurrezione finale (40). Chi ascolta il Padre e impara da Lui crede in Gesù (45): finora Gesù si è rivelato come pane di vita è sotto forma di Parola di Dio; poi preannuncia la sua carne come pane di vita, come cibo. Rinnoviamo la nostra fede nel pane di vita, che è sia la persona di Gesù, Dio e Uomo, mandato per salvare e dare la vita, sia la sua Parola: è il Maestro, che trasmette quello che ascolta dal Padre, sia il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino consacrati.
2. (a) Il Padre, che ha la vita, ha mandato Gesù in questo mondo ed egli vive della vita del Padre (57); perciò è per gli altri il pane vivo, disceso dal cielo (51); questo pane della vita è Gesù come Persona e come Parola, ma Egli lo darà anche in altra forma nell’ultima Cena: il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo (51). Egli sottolinea: la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda (55); bisogna mangiarla e berlo per avere la vita: In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita (53). Questa vita, che viene comunicata a noi da Gesù (57 così anche colui che mangia me vivrà per me) col suo corpo e sangue, é eterna (54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna) – perché è la vita del Padre (57) e di Gesù (57) e dello Spirito - e perciò chi l’ha vivrà in eterno (51; 58 Chi mangia questo pane vivrà in eterno). Perciò chi ne mangia non muore spiritualmente (Gv 6,50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia), a differenza dei Giudei nel deserto, che mangiarono la manna e morirono spiritualmente e fisicamente (58; cfr. Gv 6,49). Riflettiamo spesso – la visita al SS.mo ci aiuterebbe molto - che l’Eucarestia ci comunica la vita divina; è una vita assolutamente superiore alla nostra natura e alle nostre forze. Gustiamola e valorizziamola. (b) L'Eucaristia, oltre a comunicarci la stessa vita di Gesù, crea la mutua immanenza con Lui: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui (56), ma anche col Padre e lo Spirito Santo - perché Padre e Figlio e Spirito sono inseparabili - e crea anche le condizioni per la risurrezione finale: e io lo risusciterò nell’ultimo giorno (54). Gesù parla e noi accettiamo tutto quello che dice; gli prestiamo fede a differenza dei discepoli che si allontanarono sconcertati; con Pietro gli diciamo: Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio (Gv 6,68-69); ci troviamo di fronte a un mistero molto grande e a una prova d’amore, che non cessa di meravigliare i credenti: Gesù è voluto restare in mezzo a noi come nutrimento sotto il segno del pane e del vino consacrati, nonostante sapeva che attraverso i secoli sarebbero continuati contro di lui nell’Eucarestia gli oltraggi della Passione, che vi viene resa presente. Gesù è sorgente di vita eterna e della capacità di amare Dio e il prossimo, specie per mezzo dell’Eucarestia.
III - 1Corinzi 10,16-17 – S. Paolo scrive ai fedeli di Corinto, pagani ed ebrei convertiti, circondati da tanti ex-correligionari e spiega che il sacrificio consiste nell'offerta di se stessi a Dio per fare la Sua volontà. Dio come segno di tale impegno chiese nell’AT di presentargli un cibo, di cui una parte veniva bruciata in onore di Dio - quasi come suo cibo - e una parte era mangiata dai fedeli come segno della comunione con Dio. I sacrifici, offerti dai pagani agli dei, che non esistono, in realtà prestano culto a Satana, col quale fanno entrare in comunione. I sacrifici degli ebrei erano offerti al vero Dio, ma non avevano più valore da quando erano stati sostituiti dal sacrificio di Cristo, che lo rende presente nell’Eucaristia. In effetti Gesù offrì se stesso al Padre per fare la volontà del Padre e la compì con fedeltà fino alla morte di croce: questo è il suo sacrificio; nell’Ultima Cena egli presentò al Padre il pane e il vino come segno del suo sacrificio e li trasformò nel suo Corpo e Sangue per rendervi presente se stesso e il suo sacrificio e la Nuova Alleanza; li dà anche in cibo ai credenti in Lui, in modo che diventino capaci di fare la volontà del Padre con fedeltà. Perciò i cristiani ascoltano la Parola di Dio e si impegnano a osservarla, e presentano il loro pane e vino come segno del loro sacrificio, che uniscono a quello di Cristo; lo Spirito trasforma questo pane e vino nel Corpo e Sangue di Cristo, per nutrire i credenti perché facciano la volontà del Padre. Così i fedeli si uniscono a Cristo (16 il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?) e per mezzo di lui al Padre e allo Spirito Santo. Altro effetto della comunione eucaristica è l'unione sempre più intima con le altre membra del Corpo mistico (17 Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane), giacché si nutrono con l'Unico Pane. Rinnoviamo la nostra fede nel valore infinito del sacrificio di Cristo, che è durato tutta la sua vita e ha raggiunto il vertice nella Passione e Morte, e nel valore della Messa, che lo rende presente con tutti i suoi effetti salvifici; impegniamoci a riflettere spesso su di essa, per apprezzarne l’infinito valore e gustarla e valorizzarla al meglio per la nostra santificazione. Aspettiamoci ogni grazia dalla nostra partecipazione devota alla Messa.
EUCARESTIA. Vi stiamo partecipando. Chiediamo per intercessione della Vergine Maria e di S. Giuseppe, dei nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, di ottenerci di capire una briciola del valore della Messa e di parteciparvi il più spesso possibile, anche ogni giorno. (Mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Per amore Dio liberò gli Ebrei per mezzo di Mosè dalla schiavitù degli Egiziani e per più amore per mezzo di Cristo libera l’umanità dalla schiavitù di Satana.
2. L’alleanza faceva sentire agli Ebrei l’unione con Dio; l’alleanza per mezzo di Gesù sul Calvario e nella Messa unisce i cristiani a Dio e fra di loro.
3. L’Eucarestia va mangiata: chi mangia vive, chi non mangia muore, chi mangia poco vive male. Così chi mangia l’Eucarestia bene (con le giuste disposizioni di fede, speranza, carità...) e spesso – ogni domenica e anche più volte se possibile -, vive la vita cristiana nel modo migliore.
4. L’Eucarestia è uno dei misteri più oscuri e quindi va accettato con fede. I teologi, i biblisti, i liturgisti, i mistici e i santi, hanno scritto tantissimo, ma c’è ancora tanto da dire in proposito.
5. L’unione del fedele con Dio, che inizia nei Sacramenti e nell’Eucarestia, può raggiungere anche le vette del misticismo.