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Tempo Pasquale: Domenica di Pentecoste dell’Anno A (2022-2023)

Nota introduttiva: E’ il pastore che prepara l’omelia per i suoi fedeli, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

francescospaduzzi@gmail.com   

Tempo Pasquale: Domenica di Pentecoste dell’Anno A (2022-2023)

Introduzione. Gli Atti raccontano la venuta dello Spirito Santo e la trasformazione degli Apostoli; il Vangelo ci  rivela che già la sera della Resurrezione Gesù ha fatto loro questo dono in vista della loro missione; Paolo ci mostra lo Spirito all’origine dei carismi, che ogni cristiano riceve dallo Spirito per la sua santificazione personale e per il servizio della Chiesa.

II - Atti degli Apostoli 2,1-11 – (a) La promessa di Giovanni Battista (Mt 3,11), quelle di Gesù nel Vangelo (Gv 7,37-39; 14,16-17; 14,25-26; 15,26; 16,7.12-14) e le sue ultime prima della sua Ascensione (At 1,5.8), hanno creato nel cuore degli Apostoli un intenso desiderio di ricevere lo Spirito Santo ed essi con Maria pregano per ottenerLo (At 1,14). Gli Apostoli (o le 120 persone di At 1,15?) stanno nel Cenacolo il giorno della Pentecoste, (1) e avviene un fatto strepitoso: come nell’AT sul Sinai Dio rese sensibile la sua presenza con il terremoto, il suono di tromba, la nuvola, tuoni e lampi, così ora lo Spirito Santo si fa visibile col vento impetuoso (2) e le lingue di fuoco (3): Egli è come il vento, di cui nessuno sa donde viene e dove va, e come il fuoco, che è forza, purificazione, luce, calore. Egli viene in loro in abbondanza (4 e tutti furono colmati di Spirito Santo; cfr. Gv 3,34) e produce frutti straordinari; è come una fontana d’acqua viva, che è destinata a sgorgare dal seno di quelli che credono in Gesù e non si esaurirà mai (Gv 4,13-14). Stupiamoci e crediamo. (b) A questa “rumorosa” venuta dello Spirito, che già con meraviglia fa accorrere gente, segue un altro evento stupendo (6; 7): gli Apostoli cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi (4) e, nonostante essi fossero tutti galilei (7), ciascuno li udiva parlare nella propria lingua materna (6; 8). Il miracolo consiste nel fatto che gli Apostoli, che sono Galilei, parlano in lingue estere mai imparate, e chi li ascolta li capisce nella propria lingua: di più non si può precisare perché i miracoli conservano sempre un lato di oscurità. In effetti si trovano a Gerusalemme per la festa di Pentecoste Giudei provenienti da tutto il Mediterraneo e da altrove (5). S. Luca ricorda prima quelli del Medio Oriente: Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea (9), poi dell’Asia Minore: della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia (9-10)quindi dell’Africa del Nord: dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene (10), e infine i Romani qui residenti (10) e Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi (11). Crediamo, ammiriamo, adoriamo lo Spirito che opera cose straordinarie. (c) Il contenuto dei discorsi in lingue, sotto l’influsso dello Spirito, sono le lodi per le grandi opere di Dio (11) della creazione, della storia sacra, della redenzione per mezzo di Cristo… Lo Spirito Santo è il dono dei doni, che Dio aveva promesso già nell’AT (Gl 3,28; Is 59,21; Ez 36,25-27) e ora dà come frutto dell’opera redentrice di Gesù. Egli comunica la vita divina e sostiene l’attività dei discepoli. Noi riceviamo lo Spirito nel battesimo e in ogni sacramento; grazie a Lui diventiamo figli di Dio Padre, fratelli di Gesù Cristo e degli uomini, dimore e amici dello Spirito Santo. Egli ci dà la comprensione di Dio e del suo amore, che redime, rimette i peccati e le pene, dà la santità, associa all’eredità eterna; Egli spinge ogni credente all’apostolato, specie i cresimati e ordinati, perché vuole che anche agli altri arrivino il Vangelo e il Regno di Dio, con la nostra collaborazione e sull’esempio degli Apostoli. Sono realtà che possiamo gustare solo se cresciamo nella fede, speranza e carità, che lo Spirito stesso versa nei nostri cuori (Rm 5,5): a lui dobbiamo aprirci con docilità. Riflettiamo per vedere che cosa Gesù si aspetta da noi in questo campo. Prima di ogni preghiera e azione con Maria, madre di Gesù e nostra, chiediamo la venuta dello Spirito in noi, perché ci aiuti a fare il nostro dovere nel modo migliore.

I - Giovanni 20,19-31 – 1. Siamo nella sera del primo giorno della settimana ebraica (19), la nostra domenica, due giorni dopo la morte e il seppellimento di Gesù. (a) A sera nel Cenacolo, a porte chiuse entra Gesù risorto e si mette in mezzo ai discepoli (19); li saluta con «Pace a voi!» (19): parola efficace, che dà realmente la pace e la gioia; Egli elimina ogni dubbio sulla sua resurrezione (20)mentre mostra le piaghe, ormai gloriose, come garanzia che è lui ed è vivo (20). Gesù appare col corpo risorto, cioè col corpo impassibile perché è sensibile ma non può più soffrire o morire, sottile o spirituale perché penetra la materia, agile perché si sposta con grandissima facilità, chiaro o splendente. Con i discepoli crediamo che è risorto ed è sorgente di vita: lo adoriamo come Dio fatto uomo, morto e risuscitato per la nostra salvezza; gioiamo anche noi, perché Gesù è nella gloria, dopo tante sofferenze e la morte dolorosissima e infamante. Se perseveriamo nella fede e nella carità, restando sotto il suo influsso, anche noi condividiamo con lui ora già qui la vita eterna e dopo la morte avremo la beatitudine del paradiso e alla fine del mondo la risurrezione gloriosa.

2. Gesù li risaluta (21) e dichiara che ha compiuto la missione di salvezza, ricevuta dal Padre, e ora l’affida loro (21 Come il Padre ha compiuta mandato me, anche io mando voi), perché loro e i loro successori la continuino dopo la sua ascensione; come loro sostegno, Gesù, dona loro il suo Spirito (22 Detto questo, soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo), quello stesso Spirito, per opera del quale era stato concepito da Maria Vergine, che Lo aveva guidato nella sua vita e nella sua missione, dal quale era stato sostenuto nella Passione e Morte e per mezzo del quale anche era stato resuscitato. Poiché i credenti, purtroppo, continueranno a peccare, anche dopo la conversione, Gesù conferisce agli Apostoli e ai loro successori il potere di perdonare i peccati col sacramento della confessione: A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati (23). Gesù si preoccupa della salvezza delle generazioni future; anche a loro è necessario annunciare il Vangelo e dare il perdono dei peccati, che sono la miseria, che ci accompagna sempre; perciò è necessario che gli Apostoli e i loro successori continuino la sua missione con l’aiuto dello Spirito Santo e darlo nei sacramenti. Ringraziamo Gesù per il suo amore misericordioso, per la sua missione, che continua, e per il sacramento della riconciliazione: almeno una volta al mese riceviamolo, con un coscienza serio, pentendoci  dei peccati col proposito vero di non peccare più, confessando con sincerità le nostre colpe, compiendo la penitenza. La confessione fatta bene è un mezzo efficacissimo per cambiare vita, perché ci ridà lo Spirito Santo e la grazia santificante, perduti col peccato grave, ed è una sorgente di grazie attuali per uscire alla schiavitù del peccato. Insieme con la comunione eucaristica, fatta bene, è il rimedio di ogni male spirituale.

 III - 1Cor 12,3b-7.12-13 – Crediamo che Dio è uno solo in tre persone: l’unico Padre che muove tutti all'azione nella Chiesa (6); l'unico Figlio, che è il Signore risorto e che all'origine di ogni servizio nella Chiesa (5); l‘unico Spirito, che è all'origine dei doni e carismi, che si manifestano nei fedeli (4 Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito). C’è quindi un solo Dio come una sola è la Chiesa, che forma l'unico Corpo mistico di Cristo, pur avendo molte membra, così come ogni corpo (12). Ora a ogni membro del Corpo di Cristo lo Spirito dà un dono o carisma personale, per il bene comune (7). L’unità è assicurata proprio dall’unico Spirito, che dà i diversi doni (7) ed è all'origine anche dell'unica fede, perché la può professare solo chi è guidato dallo Spirito: nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo (3); noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito per formare un solo corpo (13): e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito (13) con la cresima o l’Eucarestia; infine è questo Spirito che nel battesimo annulla tutte le differenze tra gli uomini: Giudei o Greci, schiavi o liberi … in un solo corpo (13). Così chi è nello Spirito e ha lo Spirito in sé ha il gusto dell'unità. Invochiamo da Dio la grazia dell’unità nella Chiesa e fra i credenti in Cristo, ora così divisi fra loro, ma impegniamoci anche a essere animatori di unità, persone che cercano e creano la pace.

EUCARESTIA. Offriamo Gesù al Padre per ottenere tutte le grazie e la più grande, che è lo Spirito Santo, sorgente di tutti gli altri doni e grazie, che ci vengono dal Padre per i meriti di Gesù Cristo: lo Spirito stesso ci guida nella preghiera; associamola a quella della Madre di Gesù e nostra e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e Ss. Patroni. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Gesù promette lo Spirito e lo dà realmente, specie per mezzo dei sacramenti.

2. Dio è uno in tre Persone: è all’origine degli uomini e li vuole uniti fra di loro con amore.

3. Riceviamo lo Spirito per mezzo dei sacramenti; ma anche quando stiamo in grazia di Dio e facciamo un’opera buona, un atto di amore a Dio o al prossimo, il nostro dovere….

4. Ogni atto di fede avviene sotto la guida dello Spirito, ma anche ogni atto di qualsiasi virtù ci è possibile solo se lo Spirito interviene e ci sostiene; ora è certo che Dio ci offre la grazia, ma è anche certo che purtroppo non sempre noi l’accettiamo e rinunciamo a compiere il bene. Così sciupiamo tante grazie…

5. Negli Atti degli Apostoli appare di continuo l’intervento dello Spirito nella guida degli Apostoli e nello sviluppo e crescita della comunità cristiana. Anche oggi Egli continua a operare nella Chiesa, ma lo percepisce solo chi ha fede.  

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