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Tempo Pasquale: Domenica VI dell'Anno A

 

Nota introduttiva: E’ il pastore che prepara l’omelia per i suoi fedeli, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)   

Tempo Pasquale: Domenica VI dell'Anno A (2022-23)

Introduzione. Gesù promette la venuta dello Spirito Santo, che farà sentire ai discepoli la paternità e la vicinanza di Dio Padre e di Gesù e li guiderà alla conoscenza della verità e all’esperienza dell’amore di Dio e del prossimo. I discepoli riceveranno lo Spirito Santo grazie alla fede e ai sacramenti, che ricevono dalla e nella Chiesa (Atti). E’ lo Spirito che sostiene la preghiera e la vita cristiana del fedele (1Pietro).

I - Giovanni 14,13-21 – 1. Gesù, prima di lasciare la vita terrena, avverte gli Apostoli che il mondo non lo vedrà più (19) ma non Egli li lascerà soli (18 Non vi lascerò orfani), perché verranno lui stesso (18) con ben 7 modi di presenza e lo Spirito Santo (16-17). Gesù salirà al Cielo, siederà alla destra del Padre e lo pregherà per i suoi discepoli (16; cfr. Rm 8,34 e Eb 7,25); otterrà dal Padre per sé e per loro lo Spirito Santo e insieme lo effonderanno su di loro (16; cfr. At 2,33). Lo Spirito continuerà la missione di Gesù (Gv 20,21-23), di far conoscere agli uomini la verità su Dio e sulle creature (17 lo Spirito della verità), e per stare per sempre con i discepoli (16 perché rimanga con voi per sempre), presso di loro e dentro di loro (17). Essi conoscono lo Spirito (17), a differenza del mondo, che ha rifiutato Gesù e perciò non conosce né riceverà lo Spirito (17). Lo Spirito farà loro conoscere Gesù, che si rivelerà a loro (21 mi manifesterò a lui); lo mostrerà loro per mezzo della fede (19), e li farà vivere della vita di Gesù  (19 e voi vivrete; cfr. 3,16; 5,25; 6,51-58) come Gesù vive della vita del Padre (19 perché io vivo cfr. 5,26 e 6,57); inoltre rivelerà loro la mutua immanenza di Gesù nel Padre (20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio) e del Padre in lui (Gv 14,11: Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?; cfr. 14,11) e anche la mutua immanenza di Gesù nei discepoli e dei discepoli in lui (20 e voi in me e io in voi). Lo Spirito non li farà sentire mai soli, perché capiranno che l'assenza di Gesù è solo sul piano della visibilità: verrà alla fine della vita e del mondo, ma anche incessantemente (18) nei vari segni della sua presenza. Attività dello Spirito Santo è di infondere la verità nella mente (intelligenza) e perciò è lo Spirito di verità (17). Egli ci fa conoscere Dio, Padre e Figlio e Spirito, e il mondo soprannaturale, e anche tutte le creature, grazie ai doni della sapienza, intelletto, consiglio e scienza. In particolare ci porta alla conoscenza intima di Gesù, che deve essere il punto di riferimento della nostra vita. All’inizio della nostra preghiera e di ogni nostra azione ci sarebbe utilissimo pregare lo Spirito che venga in noi e ci guidi in tutto.

2. L'altra attività dello Spirito Santo è di infondere l'amore di Dio nel cuore (volontà) del discepolo (Rm 5,5). Questo amore hanno per noi Dio Padre (21 sarà amato dal Padre mio; 3,16; 16,27) e Dio Figlio (21 e anch’io lo ameròEf 5,2.25; Gal 2,20) e Dio Spirito (Rm 15,30: l’amore dello Spirito) e ci riempie di gioia, perché non c'è felicità più grande del sentirsi amati da Dio - e possibilmente anche dal prossimo - e ciò ci dispone ad amare Dio Padre e Figlio e Spirito (21 Chi ama me) e il prossimo. E’ lo Spirito che mette nel nostro cuore i suoi doni (Is 11,1-2) e i suoi frutti (Gal 5,22), per cui diventiamo capaci amare Gesù (21) col Padre e lo Spirito e di osservare i comandamenti di Dio (Es 20,2-17; Dt 5,6-21) e di Gesù (15); tale osservanza è il segno che amiamo davvero Gesù (21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama), a prescindere dalle nostre sensazioni; la conoscenza e l’amore di Dio rende possibile la conformità fra noi e Dio (19 io vivo e voi vivete), e quindi la comunione vitale con la Trinità grazie alla fede (17 Voi lo conoscete; 18 verrò a voi; 19 mi vedrete; 20 saprete; 21 mi manifesterò) e alla carità (15 mi amate; 21 mi ama… ama me… amato dl Padre…lo amerò). Così ci diventa agevole fare la volontà di Dio, perché siamo trasportati sulle ali dell'amore, che rende possibile l'impossibile, facile il difficile, semplice il complicato. Chiediamo a Maria e Giuseppe di ottenerci di farle anche noi queste esperienze in una donazione totale a Dio, che loro hanno fatto per primi.

2II - Atti degli Apostoli 8,5-8.14-17 – (a) Dopo aver assassinato Stefano, i capi ebrei se la presero con i cristiani, che si dispersero fuori della Giudea. Filippo, uno dei sette Diaconi andò in una città della Samaria, dove predicò Gesù come il Messia (5), e la gente in massa restava incantata per la sua Parola e per i miracoli, che Dio operava per mezzo suo (6): egli liberava molti ossessi dai diavoli e guariva gli ammalati (7). E vi fu grande gioia in quella città (8) e a quelli che credettero alla Parola di Dio Filippo diede il battesimo nel nome di Gesù (16). Dio fa cooperare tutto al bene di coloro che Egli ama (cfr. Rm 8,28), anche la persecuzione: i cristiani portano il Vangelo fuori della Palestina; e così tanti sono salvati. Rinnoviamo la nostra fiducia nella sapienza e bontà e potenza infinite di Dio e affidiamoci totalmente a lui. (b) Gli Apostoli furono informati che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio e c’erano convertiti a Gesù e inviarono a loro Pietro e Giovanni per una verifica (14). Filippo, diacono, aveva dato loro il battesimo, ma non lo Spirito Santo, che non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro (16); gli Apostoli scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo (15); completarono perciò l'iniziazione cristiana dei Samaritani con la cresima, che dava loro il dono dello Spirito, e l'Eucaristia. Ed effettivamente con l'imposizione delle mani quelli ricevevano lo Spirito Santo (17), che è indispensabile per vivere la vita cristiana. Nel battesimo lo Spirito ci rende figli di Dio bambini; nella cresima egli ci fa figli adulti di Dio; come l’adulto ha ricevuto la vita e la trasmette, così il cristiano maturo ha ricevuto la fede e la vita divina e si impegna, con l’apostolato sotto la guida dello Spirito, a trasmetterla agli altri, che non l’hanno ancora. Riceviamo la cresima, se non l’abbiamo ricevuta, e facciamo l’apostolato, perché il Vangelo cammina anche con la nostra collaborazione.

 III - 1Pietro 3,15-18 - Gesù è il Signore, Cristo (15), vero Dio, oltre che vero uomo: perciò mortale (18 Cristo è morto… messo a morte nel corpo); egli subì la morte una volta per sempre per espiare i peccati degli uomini (18 una volta per sempre per i peccati), lui innocente a vantaggio dei peccatori (18), al loro posto; ma Dio lo risuscitò per opera dello Spirito Santo (18; cfr. Rm 8,11), e in questo modo siamo stati riportati a Dio (18). Da parte nostra noi dobbiamo credere in Cristo e riporre in lui la nostra speranza (15); poi adorarlo nel nostro cuore (15 adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori) - nel quale egli abita col Padre e lo Spirito Santo, se stiamo in grazia di Dio - e sopportare con pazienza le sofferenze della persecuzione, che Dio permette, nonostante operiamo il bene (17); inoltre anche presentare ai non credenti le ragioni della nostra fede e speranza (15) con dolcezza e rispetto (15), e infine vivere con onestà per confondere e smascherare quelli che dicono male di noi, raccontando frottole (16). Questo scriveva Pietro 20 secoli fa e vale ancora oggi per noi. Adoriamo Cristo presente in noi, sorgente di vita divina e quindi anche di quelle virtù cristiane necessarie per vivere bene sia in tempi sereni che nei difficili; cerchiamo la nostra forza solo in Lui, che deve restare per noi l’unico punto di riferimento sicuro.

EUCARESTIA. Qui incontriamo Cristo morto e risorto, sorgente di vita divina e di ogni energia di cui abbisogniamo per vivere da autentici suoi discepoli e apostoli. Chiediamo al Cuore Immacolato di Maria e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, di nutrirci di Cristo e di trasmetterlo agli altri. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. La prova concreta dell’amore a Dio per se stesso e al prossimo per amor di Dio è che osserviamo i Suoi comandamenti. Anche se non sentiamo tenerezza o simpatia per le persone o non sentiamo attrazione per Dio sul piano della sensibilità, l’amore che abbiamo per Lui e il prossimo è autentico, se osserviamo la sua Parola, se facciamo la sua volontà.

2. Gesù non ci lascia orfani e pensa a noi dal Cielo, dove alla destra del Padre prega per noi costantemente, ma sta anche al nostro fianco e dentro di noi con i vari segni di presenza, perché ormai è risuscitato e non è condizionato dai limiti del tempo e dello spazio.

3. Padre e Figlio e Spirito ci amano in modo personale e noi dobbiamo avere con loro un rapporto personale. A tale scopo ci aiuta conoscere quello che a proposito delle singole Persone della Trinità dice la S. Scrittura, ma anche la teologia e soprattutto i mistici e i Santi.

4. Gli Apostoli da Gerusalemme seguivano la diffusione del Vangelo e verificavano che tutto avvenisse secondo le indicazioni di Gesù e quello che lo Spirito Santo suggeriva loro. I “controllori” erano inviati per mantenere la comunione fra il centro e la periferia e giovare all’utilità dei fedeli.

5. Il Cristianesimo è anzitutto una religione dell’interiorità, che si fonda sulla fede delle persone e sulle loro convinzioni: certamente si esprime anche nei riti, ma questi devono riflettere le convinzioni interiori.  

 

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