Tempo di Quaresima: Domenica delle Palme dell'anno A
Nota introduttiva: E’ il pastore che prepara l’omelia per i suoi fedeli, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo di Quaresima: Domenica delle Palme dell'anno A
Introduzione. Isaia ci presenta Gesù come Servo obbediente di Yahweh e discepolo, maestro e redentore; il Vangelo ce lo mostra modello da imitare e salvatore per mezzo della sua Passione e Morte; Filippesi ce lo rivela nella sua umanità e divinità, nella sua umiltà e obbedienza e nella sua opera redentrice e glorificazione.
I - Isaia 50,4-7 - Parla in prima persona il Servo di Yahweh, un personaggio misterioso e unico, che incontriamo 4 volte nel libro di Isaia (42,1-4; 49,1-6; 50,4-9; 52,13-53,12). Qui egli dichiara che Dio gli rivolge la Parola (5) sempre (4) e lo fa attento (4) e docile (5), come un buon servo e rende questo ottimo discepolo (4) capace di parlare agli altri, specie agli scoraggiati (4 Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato). Il Servo - discepolo si lancia con coraggio nell'apostolato (5), malgrado le persecuzioni con maltrattamenti umilianti e dolorosi (6 Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi); egli non si sfiducia e compie con fedeltà la sua missione di predicatore, perché sa che Dio è con lui e lo aiuta (7 Il Signore Dio mi assiste): i nemici non riusciranno a piegarlo (7 per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra) ed egli non resterà deluso (7). Il Servo di Yahweh è Gesù, il Cristo=Messia, che compie la sua missione per la salvezza degli uomini sia trasmettendo la Parola, che ascolta dal Padre, sia con la sua Vita, Passione e Morte. Così Gesù ci salva e vuole trovare in ogni suo discepolo un collaboratore per la salvezza del prossimo, un missionario, che sappia soffrire con Lui e in Lui per la salvezza dell'umanità. Gesù ci ha salvati e ci vuole salvatori del prossimo: siamo peccatori salvati e salvatori.
II - Matteo 26,14-27,66 - 1. (a) Non perdiamo mai di vista che la vita e la morte di Gesù si capiscono solo in un contesto di amore: l’amore del Padre per il Figlio (Gv 10,17) e il mondo (Gv 3,16), l’amore di Gesù per il Padre (Gv 14,31) e la Chiesa (Ef 5,25) e gli uomini (Ef 5,2), e per ciascuno di noi (Gal 2,20), l’amore dello Spirito Santo (Rm 5,5; 15,3); Padre e Figlio e Spirito hanno voluto l’Incarnazione e la Passione e Morte del Figlio per la redenzione dell’umanità e hanno cooperato alla sua realizzazione in modo personale. Perciò dietro ogni particolare della Passione impariamo a scoprire sempre l’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito per tutti gli uomini e per ciascuno. (b) Il racconto della Passione si apre col vivissimo dolore di Gesù per il tradimento di Giuda (26,14-16), che apprezza così poco Gesù da venderlo per il prezzo di uno schiavo, 30 monete d'argento, mentre il sabato precedente Maria, la sorella di Lazzaro, ne aveva bruciato 300 per un profumo versato su Gesù (Gv 12,1ss)! (c) Durante l’ultima cena pasquale ebraica valida (17ss), Gesù istituisce l'Eucaristia (26-28), sommo dono del suo amore senza limiti per noi e si fa nostro cibo e bevanda. E in essa con vivo dolore del suo Cuore annuncia il tradimento di un Apostolo (21-25), il rinnegamento di Pietro (34) e l'abbandono da parte degli Apostoli (31).
2. (a) Poi si reca al Getsemani, dove prova tristezza e noia, paura e angoscia (37) fino a sentirsi morire (38); qui sperimenta il primo abbandono dei discepoli, che dormono invece di pregare e fargli compagnia (40-41). Seguono l’orribile bacio di Giuda (49-50), che Gesù non rifiuta per fare un ultimo tentativo di salvarlo, e l'arresto di Gesù (55), nonostante il Suo miracolo della guarigione di Malco, frutto della sua misericordia per i suoi nemici (51-52). Gli Apostoli abbandonano anche fisicamente Gesù (56). (b) I suoi giudici da tempo sono suoi nemici, perché li ha rimproverati per la loro immoralità (57.59): davanti a loro Gesù proclama di essere il Messia e Figlio di Dio (63-64 Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64 «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo/ seduto alla destra della Potenza/ e venire sulle nubi del cielo»), con la ovvia conseguenza della condanna a morte (66-67 Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66 che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!»), ingiusta in tutti i sensi, e degli insulti fisici e morali da parte dei capi e servi: Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?» (67-68). Somma pena danno al suo Cuore il rinnegamento di Pietro (69-75), al quale Egli dona un intenso dolore del suo peccato fino alle lacrime, e il suicidio di Giuda (27,3-10), per il quale Gesù muore come per tutti gli altri uomini.
3. (a) Gli Ebrei possono condannare a morte ma non eseguire la condanna senza il consenso del governatore romano, e perciò Gesù viene portato da Pilato, che l’interroga: «Sei tu il re dei Giudei?» (11) e si convince che è innocente; perciò tenta di liberarlo, proponendo al popolo la scelta tra Gesù e Barabba (15-18); c’è anche un tentativo della moglie di Pilato di salvare Gesù (19); la folla, sobillata dai capi, sceglie Barabba (20-21) e chiede la crocifissione di Gesù (22-23): una cosa assurda, perché gli Ebrei chiedono a un odiato Romano di far morire un ebreo… Pilato cerca di scaricare la sua responsabilità sulla folla, lavandosi le mani (24), e la folla l’accetta (24-25): ne sperimenterà le conseguenze spaventose entro 40 anni con la strage degli Ebrei e la distruzione di Gerusalemme e del Tempio. (b) Gesù viene flagellato in vista della crocifissione (26) e oltraggiato con la coronazione di spine, dolorosissima sotto l’aspetto fisico e morale (27-31), perché accompagnate da prese in giro e sputi e percosse sulla testa col bastone che fungeva da scettro.
4. (a) Caricato della croce (32), Gesù va al Calvario (33), dove rifiuta il vino drogato (34), che avrebbe alleggerito la sua sofferenza. Viene crocifisso, pena dolorosissima e infamante (35); riceve gli insulti dei passanti (39-40), dei capi dei sacerdoti e degli scribi e degli anziani (41-43), e dei due ladri (44). Infine invoca con un grido il Padre (4), rinuncia a bere (48-49) e muore con un alto grido, che per i medici significa che Gesù è morto per emopericardio, cioè letteralmente per rottura del cuore con dolore inten sissimo. La natura (45.51) e il Tempio (61) e i defunti (52-53) protestano a modo loro contro il deicidio (b) Tutto Gesù questo soffre nell'anima e nel corpo per espiare i nostri peccati contro i comandamenti, i nostri vizi capitali, tutto il male che ci facciamo a vicenda. Solo Dio Padre può salvarci per i meriti di Gesù e con l’attività dello Spirito in noi; Questi riprodurrà in noi le disposizioni del centurione e dei soldati (54) nei confronti di Gesù: fede, speranza e carità, verso Gesù e verso il prossimo, riconoscimento e dolore dei nostri peccati, proposito di non peccare più, accettazione della sofferenza in espiazione dei nostri peccati e per collaborare con Gesù alla conversione dei nostri fratelli. Sono le disposizioni, con cui Dio ci guida alla salvezza.
III - Filippesi 2,6-11 - Paolo ci parla in sintesi estrema di Gesù e della sua vita e opera redentrice. Egli è il Figlio di Dio (6) dall'eternità: come il Padre e lo Spirito Santo, ha diritto a vedere riconosciuta e rispettata la sua divinità; resta Dio e diventa uomo (7): non è attaccato alla gloria esterna del suo essere Dio (6) e nasconde la sua divinità (7 ma svuotò se stesso): appare come un qualsiasi uomo (7). Si umilia ancora di più, accogliendo la Passione e Morte di croce in obbedienza al Padre (8 umiliò se stesso/ facendosi obbediente fino alla morte/ e a una morte di croce). Gesù si abbassa e il Padre lo esalta al di sopra di ogni creatura con la Resurrezione e Ascensione (9): gli dà la dignità più grande (9 e gli donò il nome/ che è al di sopra di ogni nome), cioè che «Gesù Cristo è Signore!» (11), è Yahweh; ognuno deve proclamarlo tale (11) e prostrarsi in adorazione (10) alla sua presenza, nei cieli, sulla terra e sotto terra (10): tutto è per glorificare Gesù e Dio Padre (11); tale è il fine di ogni creatura perché tutti abbiamo origine da Dio e dobbiamo vivere e agire per la sua gloria, cioè per conoscerlo, amarlo e servirlo e farlo conoscere amare e servire; Gesù ce ne ha dato l’esempio in ogni istante della sua vita col compimento fedele della volontà del Padre, spingendo la sua obbedienza fino alla morte di croce. Non ci stanchiamo di contemplare Gesù in qualsiasi mistero della sua vita e in particolare sulla sua Passione: così Egli occuperà i nostri pensieri, sentimenti e affetti e regolerà le nostre parole, azioni e omissioni; Gesù salva noi peccatori e con lui collaboriamo alla salvezza dei fratelli.
EUCARESTIA. E’ il memoriale della Passione del Signore e rende presente Gesù - ora risorto - specie come era nella sua Passione e Morte: nell’istituirla Gesù si riferisce al suo Corpo dato alla morte e al suo Sangue versato. Unendoci a Gesù, riceviamo da lui tutti i frutti della sua Passione e Morte: il perdono dei peccati e la salvezza eterna. Preghiamo la Vergine Addolorata e S. Giuseppe, i nostri Angeli Custodi e i Santi Patroni, in particolare quelli che sono stati più vicini al Cristo sofferente allora e nel corso dei secoli, perché ci ottengano di ricambiare l’amore di Gesù e della Trinità per noi.