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Tempo di Quaresima: Domenica V dell’Anno A

Nota introduttiva: E’ il pastore che prepara l’omelia per i suoi fedeli, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com 

Tempo di Quaresima: Domenica V dell’Anno A

Introduzione: Ezechiele ci parla della resurrezione morale del popolo ebreo; il Vangelo presenta Gesù come sorgente della resurrezione attuale della vita fisica di Lazzaro e della sua vita spirituale e della sua resurrezione fisica futura; Paolo esorta a morire al peccato e a risorgere a  vita nuova e parla della resurrezione dei corpi alla fine del mondo, grazie all’opera dello Spirito

I - Ezechiele 37,12-14 - Gli Ebrei sono stati deportati da Gerusalemme distrutta a Babilonia e si considerano morti come popolo e destinati alla scomparsa, come avveniva dei popoli vinti. Ma Dio parla loro (12; 14 Oracolo del Signore Dio) e promette che in essi Egli farà entrare il suo spirito vitale in modo che possano rivivere (14 Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete), come aveva immesso il suo spirito nella creta e aveva reso vivo Adamo (Gn 2,7); quindi aprirà i loro sepolcri (12; 13) e li farà uscire (12; 13); li ricondurrà nella loro patria, la Palestina (12), e lì potranno vivere in pace (14 vi farò riposare nella vostra terra). Dio dichiara che manterrà la sua promessa (14 L’ho detto e lo farò) e allora si convinceranno che egli è Yahweh, colui che esiste ed è presente, è con loro e li assiste (14 Saprete che io sono il Signore=Yahweh), e lo riconosceranno tale (13 Riconoscerete che io sono il Signore). Qui si parla della resurrezione degli Ebrei in quanto popolo, ma noi lo leggiamo oggi in rapporto alla risurrezione fisica di Lazzaro, e anche alla nostra resurrezione spirituale (Rm 8,10), che ci viene già ora da Dio col perdono dei peccati per la Passione e Morte di Gesù, e alla risurrezione gloriosa dei nostri corpi (Rm 8,11) alla fine del mondo. Pentiamoci dei peccati, che sono la causa della nostra morte spirituale - e fisica per il peccato di Adamo -, e apriamoci al dono dello Spirito, che ci fa vivere la vita di Dio già da ora.

II - Giovanni 11,1-45 - 1. (a) Gesù ama ciascuno dei tre componenti della famiglia di Lazzaro (5 Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro); loro lo sanno e perciò le sorelle lo informano di Lazzaro: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato» (3), con la richiesta di intervento, muta come quella di Maria alle nozze di Cana (Gv 2,3). Anche i Giudei lo sottolineano: «Guarda come lo amava!» (36), quando Gesù si commuove e si turba (33) e piange (35). Gesù non nasconde il suo amore per l’amico (11): egli qui lo mostra restituendo la vita fisica a lui (43-44; 44) e la gioia alle sorelle. Egli si aspetta come risposta l’amore come fanno gli Apostoli: pur sapendo come è  rischioso andare con Gesù in Giudea (7-8), sono d’accordo con Tommaso: «Andiamo anche noi a morire con lui!» (16) e lo seguono; la famiglia di Lazzaro gli offre sempre squisita ospitalità. L’amore di Gesù per questi 3 rivela il suo atteggiamento di fondo verso tutti gli uomini (Ef 5,2,25) e ciascuno di noi (Gal 2,20); egli amava allora e ama oggi tutti e ciascuno: ci ama con amore gioioso quando gli siamo fedeli, ci ama con amore sofferente quando gli siamo infedeli. Sentiamoci amati da Gesù sempre, anche quando siamo in peccato; ma chiediamo subito perdono e rimettiamoci in amicizia con lui; cresciamo costantemente nell’amore per lui. (b) Prima dell’amore di carità però viene la fede. Le due sorelle credono in Gesù; esse speravano nel miracolo della guarigione (3), se fosse intervenuto per tempo (21; 32; cfr. 37) e non pensano affatto alla possibilità della resurrezione del fratello: Marta dichiara la sua fede nella potenza della preghiera di Gesù presso il Padre (22) e, quando Gesù le annuncia che Lazzaro risorgerà (23), lei professa la sua fede nella resurrezione finale dei morti (24). Ma Gesù vuole che maturi la fede sua e degli altri nella sua persona e nella sua opera redentrice: devono riconoscere in Gesù il Dio fatto uomo, venuto per la salvezza del mondo, e credere che, in quanto Dio, egli è la resurrezione e la vita eterna e la loro sorgente: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?» (25-26). Marta fa la sua professione di fede con parole precise: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo» (27), ma subito dopo mostra la debolezza della sua fede, quando a Gesù che ordina: «Togliete la pietra!» (39), ricorda: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni», proprio come Pietro, che professa la fede in Gesù (Mt 16,16) e subito dopo rifiuta la Sua profezia della Passione e Morte (Mt 16,22). Gesù rafforza la fede di Marta (21-27.40) e Maria (32), dei propri discepoli (14-15cfr. Gv 2,11) e dei tanti Giudei presenti (42; 45), con la resurrezione di Lazzaro, la cui malattia è per la gloria di Dio e di Gesù (4); in effetti tutti possono vedere la presenza e l’attività di Dio in Gesù per mezzo del miracolo: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?» (40; cfr. 2,11). Gesù chiede una fede solida, che nulla metta in crisi o faccia vacillare, neanche la malattia (3) e la morte (21), e che si esprime bene con le parole di Marta (22.27); una fede che si fonda sulla conoscenza della verità e che è animata dalla fiducia totale e abbandono completo in Dio, che diventano anche speranza e carità. Queste virtù teologali Gesù vuole anche da noi oggi. Valorizziamo la quaresima per crescere.

2. Il miracolo di Gesù avviene alle porte di Gerusalemme e la sua notizia vi si diffonde subito: il fatto attira l'attenzione benevola della gente, che aderisce in massa a solennizzare l’ingresso di Gesù, e provoca l'irritazione dei capi, che decidono la morte di Gesù e perfino di Lazzaro (Gv 12,10)! L’apparente scacco della Passione e Morte di Gesù scandalizza molti discepoli e gli stessi Apostoli; eppure Gesù le ha preannunciate chiaramente insieme con la Risurrezione; d’altra parte chi ha risuscitato Lazzaro, perché è la risurrezione e la vita eterna (25), può benissimo risuscitare se stesso e chi crede in lui; questo credente può anche morire fisicamente ma vivrà spiritualmente, e in questo senso non morirà mai (26). Il Mistero Pasquale nelle due fasi della Passione e Morte e della Resurrezione e Ascensione di Gesù è il vertice della sua vita e il centro della fede e della vita cristiana (1Cor 15,1-11). Chi crede in Gesù e lo ama, cioè chi diventa una cosa sola con Lui per la fede e la carità e i sacramenti, muore al peccato e ha la vita eterna ora e nell’eternità, e alla fine del mondo avrà la risurrezione gloriosa. Tutto nella vita soprannaturale proviene dalla croce di Gesù e dalla nostra unione con lui nel portare la nostra croce con pazienza. Rinnoviamo la nostra fiducia nell'amore di ciascuna Persona della SS. Trinità nei nostri confronti, anche quando sperimentiamo le difficoltà: siamo malati (13) o perseguitati (8) o se dobbiamo morire per amore di Gesù (16).

III . Romani 8,8-11 - S. Paolo distingue gli uomini in due categorie. Ci sono quelli che si mettono sotto il dominio della carne, cioè delle tendenze cattive (9), e quindi obbediscono a Satana; essi non hanno lo Spirito di Cristo e di Dio dimorante in loro (9), non sono graditi a Dio (8), che non li considera suoi (9). Sul versante opposto sono quelli nei quali abita Cristo (10) e lo Spirito Santo (9; 11); essi dominano le loro tendenze cattive proprio grazie alla presenza e all’attività dello Spirito (9): essi piacciono a Dio (8), che li considera suoi (9); certo il loro corpo muore a causa del peccato di Adamo (10), ma in essi lo Spirito diventa sorgente di vita eterna, perché Dio li rende giusti (10); alla fine del mondo, come Dio ha già risuscitato Gesù per mezzo dello Spirito Santo, che abitava in lui (11), così risusciterà i nostri corpi grazie allo Spirito dimorante in noi (11). La vita divina, che Dio per i meriti di Gesù infonde in noi per mezzo dello Spirito, è di certo la realtà più importante sul piano soprannaturale, e la risurrezione gloriosa dei nostri corpi è conseguenza e frutto della vita divina. Crediamo, ringraziamo, apprezziamo al massimo il dono della vita divina e la presenza di Dio, Padre e Figlio e Spirito, in noi; vogliamo lottare fino ad eliminare il peccato grave, che distrugge la presenza di Dio in noi. Facciamo spesso atti di amore e dolore perfetto.

EUCARESTIA. Qui Gesù mostra oggi la sua compassione per le nostre afflizioni e sofferenze, e viene in nostro soccorso con amore misericordioso: la sua preghiera è sempre efficace e tiene conto dei nostri bisogni. Facciamo ricorso a Nostra Signora del Perpetuo (e pronto) Soccorso e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, perché ci ottengano le grazie, che essi sanno che ci sono specialmente necessarie. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1.  Come Popolo di Dio e Corpo di Cristo, sappiamo che la Trinità è sempre con noi e non ci lascia mai; non ci mancheranno la croce e la morte in croce, ma Dio non ci abbandona.

2. Dipende dalla grazia di Dio, che c’è sempre, e da noi impegnarci a essere sempre vivi spiritualmente, ma questo esige che lottiamo contro le tendenze cattive, che sono in no,i e tendono a dominarci e a farci seguire la linea del piacere, anche disordinato, e non quella del bene.

3. La presenza della Trinità in noi e le sette presenze di Cristo ci aiutano a vivere sempre alla presenza di Dio e sono uno stimolo a sforzarci di pensare, amare e agire come piace a Lui.

4. Dio, Padre e Figlio e Sp  irito. ci ama come siamo e vuole che lo amiamo come siamo; se aspettiamo ad amarlo quando diventeremo perfetti in questo mondo, non lo ameremo mai; amiamolo ora, nonostante le nostre miserie attuali.

 5. La fede è il fondamento dell’amore a Dio e alla sua immagine, il prossimo; impegniamoci a crescere nella fede con l’ascolto e la meditazione quotidiana della Parola di Dio, sorgente di luce e di calore per la nostra vita divina e sostegno della nostra vita quotidiana. 

mons. Francesco Spaduzzi

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