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Tempo di Quaresima: Domenica III dell’Anno A

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)   

Tempo di Quaresima: Domenica III dell’Anno A

Introduzione: Esodo ci parla della sete fisica degli Ebrei nel deserto e della loro mancanza di fede e amore a Dio, ma Egli dà loro l’acqua; Gesù usa l’immagine dell’acqua per indicare in sé la sorgente di vita divina per chi ha fede in lui e riceve il battesimo; Paolo indica nell’amore della Trinità per noi e nella pasqua di Gesù la ragione della nostra salvezza con l’inserimento in Cristo.

I - Esodo 17,3-7 – Gli Ebrei nel deserto hanno fatto esperienza della sapienza, potenza e bontà infinite di Dio nei tanti miracoli per liberarli dall'Egitto; ma ora per mancanza d’acqua (3) dubitano della sua presenza dall’Egitto(7 Il Signore è in mezzo a noi sì o no?), mormorano contro Mosè, rimproverandogli la partenza (3), e lo minacciano di morte, così da farlo ricorrere a Dio per aiuto (4). Dio,   con misericordia infinita, ordina a Mosè di stare con il bastone dei miracoli davanti al popolo con alcuni capi (5 Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’!) e di colpire una roccia del Sinai, per farne uscire l'acqua: Dio starà lì, per dare efficacia al suo gesto (6 Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà). Mosè si fida di Dio e obbedisce, e avviene il miracolo (6-7). (a) gli Ebrei peccano contro Dio e Mosè: dopo tanti miracoli avrebbero dovuto limitarsi a esporre a Dio il loro bisogno e pregarlo di intervenire ancora; invece si ribellano e minacciano, rivelando nelle parole orribile ingratitudine. Ogni nostro peccato è sempre questo. (b) Dio nella sua misericordia li perdona e dà loro l’acqua, che toglie la sete e li fa vivere, ma sul piano spirituale simboleggia la salvezza nel passaggio del Mar Rosso e la purificazione con le abluzioni e immersioni.

II - Giovanni 4,5-42 - 1. Gesù si offre alla Samaritana come sorgente di salvezza sotto il simbolo dell’acqua viva: va a Sicar per farla sua discepola (5-26) e missionaria (28-42). (a) Anche se stanco per il viaggio e il caldo del mezzogiorno (6), Gesù avvia il colloquio con la donna, chiedendole da bere (7). La donna vorrebbe evitarLo, ricordandogli l'ostilità fra i Giudei e i Samaritani (9), ma Gesù rilancia il dialogo, suscitando la sua curiosità circa un certo dono di Dio (10 Gesù le risponde: Se tu conoscessi il dono di Dio), circa la persona sconosciuta che le chiede da bere (10 e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”) e circa l'utilità dell'acqua viva, di sorgente, che egli può darle (10 tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva). “Acqua viva” poteva essere la comune acqua di sorgente, ma anche la Legge, la Parola di Dio, la Sapienza, Dio stesso, lo Spirito, spesso paragonati all'acqua nell'AT (Is 55,1; Pr 13,14; Sir 24,21; Gr 2,13; Ez 36,24-28); in effetti la rivelazione, offerta da Gesù, è la vera acqua viva. La donna fraintende Gesù (11) e gli chiede se è più grande del patriarca Giacobbe, che scoprì il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo  bestiame (12). Adesso Gesù dà alla donna - e a noi - l'insegnamento centrale: l'acqua del pozzo è solo un'immagine; l’acqua, che egli dà, supera le soddisfazioni materiali e toglie la sete, mai pienamente soddisfatta con la rivelazione dell'AT (13 Gesù le risponde: Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete); l’uomo trova in essa ciò che vuole e di cui ha bisogno, cioè la rivelazione piena, che è Gesù e il suo insegnamento (14 ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno): Egli è la sorgente dell’acqua, che diventa qualcosa di intimo nel credente e da lui si comunica agli altri (14 Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna). La donna, però, capisce solo che Gesù le può dare qualcosa di importante e gli chiede l'acqua (15). Se accettiamo Gesù e lo mettiamo al centro della nostra vita, egli soddisferà tutto il bisogno di verità della nostra intelligenza e tutto il bisogno di amore del nostro cuore e ci renderà felici e comunicatori di felicità. La quaresima deve aiutarci a recuperare il rapporto intimo con Cristo, togliendo gli ostacoli all’unione con Lui, ma la base di tutto è credere in Lui, nella sua persona e nella sua Parola. (b) Gesù cambia argomento. (A) Chiede alla donna di chiamare il marito (16) e la sorprende, perché sa già che non ce l’ha (17) e che convive con un sesto uomo (17-18). Essa fa un passo avanti e lo riconosce profeta (19 Gli replica la donna: Signore, vedo che tu sei un profeta!), ma cerca di ridurre la conversazione a discussione sui riti: quello dei Giudei a Gerusalemme e quello dei Samaritani sul Monte Garizim (20). Gesù precisa che la salvezza viene dai Giudei (22) e che non conta più il culto a Gerusalemme o a Samaria (21), ma l'adorazione a Dio in spirito e verità, che Gesù porta (23-24 Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità): Egli, che è la verità (Gv 14,6), sta già donando se stesso e invierà lo Spirito Santo a Pentecoste (At 2,1-11); chi è nella Chiesa è membro del Corpo di Cristo ed è ripieno di Spirito: ha la verità intera, che gli viene dalla fede di Cristo, e ha la carità, che gli viene dallo Spirito, e perciò può rendere a Dio il culto in Spirito e Verità. (B) La donna cerca di rimandare la risposta a questi interrogativi a quando verrà il Messia (25), ma Gesù le fa la grande rivelazione che il Messia è proprio lui: «Sono io, che parlo con te» (26). Così la donna passa dall’idea di semplice uomo, che si era fatta di Gesù, a quella che egli è più grande di Giacobbe, che è profeta, e infine che è il Messia: si eleva così alla fede completa di discepola. Alla crescita nella fede corrisponde il progresso nella carità, con la morte al peccato e la risurrezione a vita nuova, e la trasformazione in missionaria, che testimonia Gesù con la vita e la parola. Lo stesso vale anche per ogni battezzato e per noi: dobbiamo essere autentici discepoli per diventare apostoli.

2. Arrivano i discepoli e la donna si reca dai compaesani per guidarli (28) dall'uomo, che è il Messia (29): la gente la segue (30) e molti credono in Gesù per la sua testimonianza: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto» (29.39). Su loro richiesta Egli resta con loro per due giorni (40); molti di più credono dopo aver ascoltato Gesù (41 Molti di più credettero per la sua parola) e lo dicono alla donna: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo» (42). Anche noi, uniti a Gesù col battesimo e gli altri sacramenti, dobbiamo sentire il bisogno di far conoscere e amare Gesù dagli altri, perché siano salvi. (b) Mentre i Samaritani raggiungono Gesù, egli dice ai discepoli che il suo cibo è fare la volontà del Padre e compiere la sua opera di salvezza (34), cioè Egli si nutre della Parola, uscita dalla bocca del Padre, e quindi ne vuole compiere la volontà (cfr. Dt 8,3); riproduce così la risposta data a Satana nella prima tentazione (Mt 4,4). Questo affidamento a Dio è fondamentale nella vita spirituale, perché è espressione della nostra fede e amore a Dio: Egli ci ama e provvede a ciascuno di noi con una provvidenza speciale e personale, nella quale dobbiamo credere senza riserve.

III - Romani 5,1-2.5-8 – (a) La salvezza viene a noi dalla Trinità per mezzo di Gesù con la pratica delle virtù teologali sotto la guida dello Spirito. Paolo ci ricorda che eravamo peccatori (6; 8), ma Dio ci ha rivelato il suo amore, consegnando alla morte il Figlio per noi (8 Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che … Cristo è morto per noi); Gesù è morto per noi, lontani e ribelli a Dio (6), cosa sorprendente perché già è difficile che qualcuno muoia per un uomo onesto (7); forse qualcuno darebbe la vita per un uomo buono (7). Infinito è l'amore del Padre per noi nel consegnare il Figlio alla morte (Gv 3,16) e l’amore di Cristo per noi nel morire per la nostra salvezza (Ef 5,2.25; Gal 2,20)! E noi abbiamo creduto all'amore che Dio ha per noi (1 per fede; cfr 1Gv 4,16) e cosi ci ha resi giusti (1) e abbiamo pace con Dio Padre per mezzo di Gesù (1). E’ ancora per Cristo e la fede, che godiamo della sua bontà (2) e siamo orgogliosi che lo Spirito ci dia la speranza che Dio ci farà partecipi della sua gloria in paradiso (2). Questa speranza non sarà delusa, perché Dio ha messo nei nostri cuori il suo amore per noi per mezzo dello Spirito, che ci ha donato (5 La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato). (b) La fede nei due misteri principali della fede, cioè Unità e Trinità di Dio, Incarnazione, Passione e Morte, Resurrezione di Gesù, e la speranza nella bontà di Dio e nelle sue promesse, fondandoci nei meriti di Gesù Cristo, e l’amore a Dio e al prossimo sono le virtù che lo Spirito ci mette nei cuori e che ci uniscono a Dio già oggi qui e domani in paradiso. Accresciamole con la preghiera allo Spirito Santo di darcele in abbondanza e con la pratica di esse.

EUCARESTIA. Qui incontri amo Gesù, la sorgente di acqua viva, che egli vuole trapiantare in noi, per la nostra felicità e per farla arrivare ad altri. Egli qui ci dà lo Spirito, per la cui forza professiamo la nostra fede e annunciamo le meraviglie di Dio. La Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, ci ottengano le disposizioni interiori per raccogliere il massimo del frutto nell’incontro con Gesù nelle sue varie presenze, specie qui. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi:   1. La grande sete spirituale di verità e di amore.

2. Il battesimo e l’Eucarestia e l’acqua viva.

3. Gesù dà largo spazio alle donne nella sua vita e nel suo apostolato e nel suo Corpo Mistico.

4. Gesù ha sete di noi, della nostra fede, speranza e carità, per salvarci.

5. Dà il culto vero a Dio chi è guidato dalla verità di Gesù sotto la guida dello Spirito Santo.

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