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Tempo Ordinario: Domenica VI dell’Anno A (2022-23)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)   

Tempo Ordinario: Domenica VI dell’Anno A (2022-23)

Introduzione: Il Siracide ci presenta l’uomo creato da Dio e libero e responsabile, che perciò riceverà il premio o il castigo a seconda se sceglie il bene o il male; nel Vangelo Gesù ci invita a evitare il male e a fare il bene e anche a scegliere il meglio, che si ritrova nel NT; Paolo ci ricorda che sotto la guida dello Spirito assimiliamo la Sapienza stessa di Dio per mezzo della fede e carità.

I - Siracide 15,16-21 - Dio è onnipotente e onnisciente, e vede tutto (18), anche tutte le azioni di tutti gli uomini; con particolare attenzione guarda quelli che nutrono amore rispettoso per Lui (19). All’uomo Dio ha dato il libero arbitrio (16 là dove vuoi tendi la tua mano), e perciò può con responsabilità scegliere ciò che vuole (17 a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà): può anteporre il male al bene con la conseguenza di avere la morte invece della vita (17 Davanti agli uomini stanno la vita e la morte); è come allungare la mano e toccare acqua o fuoco con risultati diversi (16). Comunque Dio non ha ordinato o permesso a nessuno la malvagità o il peccato (20). D'altra parte l'osservanza dei comandamenti dipende anche dall’impegno dell’uomo: Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l’essere fedele dipende dalla tua buona volontà (15) e costituisce per l’uomo protezione e sorgente di vita. L'uomo è libero ed è come se stesse sempre davanti a un bivio: dipende dalla sua libera decisione scegliere fra la via dell'obbedienza a Dio – e quindi della salvezza -, e la via della ribellione a Dio - e quindi della dannazione con i relativi risvolti negativi anche in questa vita. Decidiamo di essere fedeli al Signore sempre e chiediamone la grazia; Egli ci difende dalle insidie del Maligno.

II - Matteo 5,17-37 – (a) Gesù ammonisce i discepoli che, per entrare nel Regno dei Cieli, è indispensabile essere agli occhi di Dio più giusti dei farisei (20); questi osservavano la Legge dell’AT, ma solo esteriormente, non per fare la volontà di Dio, ma per vanagloria, per apparire buoni; ma Egli vuole che la Legge sia osservata per amore a Lui e al prossimo, e per la sua gloria. Perciò Gesù dichiara di non essere venuto ad abrogare la Legge di Mosè, ma a portarla alla perfezione, al completamento (17), vivificandola con l'amore; quindi nulla sarà cancellato della Legge finché non sia compiuto (18). Chi non la mette in pratica e insegna questo sarà un nulla nel Regno di Dio (19), mentre chi la pratica e l’insegna sarà grande (19). Guardiamoci dentro se c'è del farisaico nel nostro modo di osservare la Legge di Dio e correggiamoci; impariamo a privilegiare l'interiorità e a vigilare sulla retta intenzione, cioè se facciamo le nostre azioni per essere graditi a Dio e facciamo in modo che l’amore ispiri il nostro rapporto con Lui e il prossimo. (b) Nella pratica dell'amore verso il prossimo Gesù contrappone la Legge antica, che proibiva l'omicidio sotto pena di giudizio (21), e la nuova, che punisce già l'ira (22), che avvia alla violenza verbale e fisica (22). Gesù vuole che ci teniamo ai rapporti cordiali col prossimo più e prima dello stesso culto (23-24) e che troviamo l'accordo col prossimo prima di presentarci al giudice, che potrebbe condannarci (25) e tenerci in prigione finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! (26). Lottiamo contro i nostri sentimenti negativi verso il prossimo, per es., contro la superbia, l'avarizia, l’ira, l'invidia, l'accidia, che rovinano i nostri rapporti col prossimo e danneggiano quelli con Dio. Lottiamo contro l'antipatia e il pregiudizio, che facilmente sfociano nell’ira e invidia. Teniamoci sempre pronti per il giudizio di Dio (25), perché in paradiso sono ammessi solo coloro che amano Dio e i fratelli e hanno cercato sinceramente e con impegno la riconciliazione con tutti.

2. (a) Gesù porta a compimento due precetti della morale matrimoniale dell’AT con due nuovi. (A) Nell’AT fu proibito l'adulterio: Non commetterai adulterio (27); ma Gesù proibisce anche il desiderio di adulterio di un uomo con una donna – e ovviamente di una donna con un uomo -, perché esso è già adulterio, anche se consumato nel cuore (28 Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore). (B) Inoltre nell’AT al marito era consentito il divorzio dalla moglie (31), ma Gesù lo proibisce, perché esso espone all'adulterio sia la donna divorziata che chi la sposa (32); perciò il “divorzio” è consentito solo nel caso di unione illegittima (32). Specie contro la morale sessuale siamo molto tentati e deboli; Gesù ci vuole decisi e disposti anche a cavare in occhio (29) e a tagliare una mano se dovessero essere occasione di peccato (30), perché è meglio entrare menomati nella vita eterna che integri nell'inferno: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna (29-30); ma – attenzione! - il corpo risusciterà integro. L'educazione all'amore sia non sessuale che sessuale è importantissima per la crescita dei bambini; nei genitori passati e attuali c’è molta ignoranza e incapacità e imbarazzo in campo educativo in genere e specie in questo campo: nessuno ha mai insegnato ai genitori come si fa questo complicato “mestiere” e i mezzi della comunicazione danno idee incomplete o del tutto sbagliate. E cosi si gettano le basi anche per i fallimenti futuri nelle relazioni sociali, nelle amicizie e nella vita matrimoniale e familiare. Preghiamo molto per i genitori e specie per i bambini e i giovani, che sono in modo terribile e rovinoso esposti ai messaggi sbagliati, dai quali non si sanno difendere e ai quali non sanno dare risposte giuste: ci vuole un serio controllo del computer e del telefonino. (b) L'altro insegnamento di Gesù è sul giuramento: agli antichi fu detto di non giurare il falso e mantenere le promesse giurate (33). Ma Gesù raccomanda di evitare ogni forma di giuramento (34) nel nome di Dio o delle sue creature, come il cielo, perché è il trono di Dio (34) o la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi (35) o Gerusalemme, perché è la città del grande Re (35), o per la propria testa, perché non abbiamo potere su di essa (36); invece le nostre risposte siano semplici e dirette: basta rispondere sì o no secondo la verità ed evitare il di più (37), che può essere suggerito dal diavolo (37 il di più viene dal Maligno). Siamo sinceri; quando non possiamo dire la verità per giustizia o prudenza o carità, usiamo una formula: “non so” o “non ricordo” (si intende: per te), con la quale, senza dire una bugia, evitiamo di dire la verità; ma, se è nostro dovere dire una verità, anche se ci costa, dichiariamola con coraggio e dolcezza, come fecero Gesù e i Santi.

III - 1Corinzi 2,6-10 - C'è un tipo di sapienza, che è prodotta dalle persone mondane e ritenuta vera sapienza da loro; essa è condivisa dai dominatori di questo mondo (6), che sono Satana, principe (Gv 14,30) e dio (2Cor 4,4) di questo mondo, che si oppone all’unico vero Dio, e dagli schiavi del diavolo, che ne accettano il dominio: essi saranno ridotti all’impotenza (6). Costoro non conobbero la Sapienza di Dio, altrimenti non avrebbero crocifisso Gesù, che è Dio Glorioso (8 Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria). Anche l’AT (Is 64,3; 65,16) dichiara che con le sole capacità umane non si può percepire la Sapienza divina (9); Essa ha concepito il piano di salvezza, pensato dall'eternità per la nostra felicità; entrambi - la Sapienza e il suo piano - sono restati nascosti nell’AT (7), ma sono stati rivelati agli Apostoli e ai Profeti del NT per mezzo dello Spirito Santo (10 Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito). Questa Sapienza e il suo piano di salvezza Paolo predica ai perfetti (6), cioè a coloro che praticano fede, speranza e carità: è la realtà meravigliosa, che è preparata da Dio per costoro (9 Dio le ha preparate per coloro che lo amano) e che lo Spirito li aiuta a capire, perché Egli conosce tutto di Dio e del creato (10). Pratichiamo fede, speranza e carità, con impegno e fedeltà nella vita quotidiana, osservando i comandamenti e i nostri doveri; ascoltiamo la Parola di Dio e meditiamola: assimileremo la Sapienza di Dio sul piano intellettuale e nella vita pratica.

EUCARESTIA. E’ il centro e la sorgente della sapienza cristiana, perché incontriamo Gesù che ci parla (ci comunica la sua Sapienza) e si dona a noi nella comunione eucaristica come sorgente di vita eterna. Preghiamo la Madonna e S. Giuseppe, i nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, perché portiamo disposizioni interiori di fede e speranza e carità profonde nell’incontro col Signore (mons. Francesco Spaduzzi)

 Altri Temi: 1. La Sapienza di Dio si offre a noi nella Parola di Dio, specie nella Parola Incarnata. Gesù è Dio che si fa visibile e tangibile e immediatamente accessibile a noi.

2. Se mettiamo in pratica la Parola, lo Spirito crea in noi un’assimilazione sempre più profonda con Dio. La vita di grazia è la vita di Dio dentro di noi, è la nostra partecipazione alla natura divina.

3. Siamo assediati dalla falsa sapienza, che è quella mondana. Guardiamocene perché ci porta lontano da Dio; ci confonde le idee e ci indebolisce nella fede e nella carità e poi ci fagocita.

4. L’AT ci parla di Dio e dice cose bellissime di Lui, insistendo specie sulla sua grandezza; ma è il NT che ce lo rivela specie nella sua infinita bontà e amore, che ci appaiono e sono misteriosi.

 5.  Non trascuriamo la conoscenza dell’AT; grazie a esso capiremo meglio tante verità e fatti del NT, che altrimenti ci sfuggirebbero. Già ci parla di Gesù. (mons. Francesco Spaduzzi)

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