Tempo di Natale: 6 gennaio - Epifania del Signore (2022-23)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo di Natale: 6 gennaio - Epifania del Signore (2022-23)
Introduzione. La prima lettura ci fa vedere che giù nell’AT Dio manifesta la sua volontà di salvare anche i pagani; e il Vangelo ci mostra che Dio già dalla nascita fa in modo che i pagani incontrino Gesù; S. Paolo rivela che Dio lo ha chiamato a essere l’Apostolo dei pagani.
I - Isaia 60,1-6 – Quando il Figlio di Dio diventa uomo, in tutto il mondo ci sono tenebre (2), ma su Israele risplende il Signore (1. 2). Gerusalemme diventa essa stessa luce (1), che illumina il cammino verso Dio; essa vede intorno a sé tanta folla (4), in mezzo alla quale con sua immensa gioia (5) riconosce i suoi figli, tornati dai luoghi di deportazione (4), e i popoli pagani coi loro re (3), che riversano in lei le ricchezze del mare e della terra (5): su animali arriveranno oro e incenso alla città Santa (6 Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso). I popoli pagani arrivano proclamando la gloria di Dio (6 e proclamando le glorie del Signore). E’ facile riconoscere nella luce, che è il Signore stesso, la stella luminosa dei Magi, che fa riferimento a Gesù, luce del mondo; nella luce di Dio, che avvolge Gerusalemme, vediamo la luce di Cristo, che si comunica ai suoi discepoli, che la diffonderanno (Mt 5,12); nei popoli pagani scopriamo la venuta dei Magi, che rappresentano i non ebrei, che in loro si accostano a Cristo; nell’oro e incenso i doni dei Magi; nella proclamazione della gloria del Signore l’apostolato della predicazione del Vangelo a tutto il mondo e le lodi che i convertiti rendono a Dio. Luca ci presenta Gesù che si manifesta agli Ebrei per salvarli e Matteo ci mostra che anche i pagani sono chiamati alla salvezza dallo stesso Gesù. Dio vuole salvi tutti gli uomini, come la luce del sole brilla per tutti. E’ quello che ci dice il Vangelo e conferma Paolo.
1I - Matteo 2,1-12 - 1. Gesù nacque al tempo di Erode. Alcuni Magi arrivarono a Gerusalemme e chiesero (1) dove abitava il re dei Giudei, che certamente era nato, come a loro risultava dalla sua stella, che avevano visto sorgere; essi erano venuti per adorarlo come Dio (2 e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»). Il re Erode si turbò, perché sempre timoroso di essere spodestato; per questo aveva fatto strage della sua parentela e aveva ammazzato persino una moglie amatissima e tre figli (l’ultimo, l’erede al trono, tre giorni prima di morire); si agitarono gli abitanti di Gerusalemme, perché temevano le pazzie del re (3). Erode convocò gli esperti di cose sacre - sacerdoti e scribi - e chiese loro il luogo, previsto per la nascita del Messia (4). Gli fu indicata Betlemme, secondo il profeta Michea (5,1-5): «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda,/ non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:/ da te infatti uscirà un capo/ che sarà il pastore del mio popolo, Israele» (5-6). Erode elaborò subito il suo piano come eliminare il Bambino; chiamò in segreto i Magi e si fece dire l'epoca, in cui era apparsa la stella (7) e li invitò a tornare da lui, per consentirgli di andare dal Bambino a fargli (la) festa (8). (a) I Magi erano astronomi e astrologi, saggi della Persia - come indicherebbe il nome. Dio li chiamò usando il linguaggio, a loro familiare, cioè le stelle. Essi pensavano che l’apparizione di una nuova stella significasse la nascita di una persona importante, un re; così Dio fece apparire la stella miracolosa, perché si muoveva in direzione opposta al solito e appariva e scompariva secondo la volontà di Dio. Con lo stesso criterio Dio sceglie i mezzi per farsi conoscere da noi. Ma i mezzi terreni sono limitati; e così a Gerusalemme la stella scompare e i Magi hanno bisogno della Parola di Dio, l'unica che ci dà la verità completa. Essi credono alla Parola di Dio, offerta loro – Dio si serve anche di Erode per i suoi piani - e riprendono il viaggio per Betlemme (9). Anche noi, per progredire, dobbiamo valorizzare la ragione, che è dono di Dio, e la scienza vera - e non la falsa, che ci fa deviare; ma solo la Parola di Dio ci dà la verità completa, a cui è necessario aderire. (b) Erode non crede che è nato il Messia e perciò non si scomoda ad andare a Betlemme e – strano! - neanche manda qualcuna delle moltissime spie, per seguire i Magi; Dio lo acceca per salvare Gesù. Gli stessi abitanti di Gerusalemme non si scomodano a fare 8 km per andare a Betlemme, mentre i Magi ne hanno fatto migliaia per arrivarci. Purtroppo anche noi ci commuoviamo davanti a Gesù bambino o morente in croce, ma non ci decidiamo a fare quello che è necessario per arrivare a lui.
2. I Magi vanno a Betlemme e con loro grandissima gioia (10) rivedono la stella, che li accompagna fino alla casa del Bambino (9). E’ ovvio che ancora più intensa gioia sperimentarono di fronte al Bambino con Maria sua madre (11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre); si prostrarono, lo adorarono e Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (11). Poi rientrarono nel loro paese per altra strada, perché in sogno furono avvertiti di non tornare da Erode (12). (a) Giuseppe non appare per affermare la verginità di Maria - così pensano gli studiosi. (b) I Magi credono e obbediscono alla Parola di Dio, ma Dio ridà loro la stella, a loro congeniale. Così agisce Dio, che semplifica l'incontro con Lui attraverso il Figlio fatto uomo. (c) I doni, offerti al Bambino, avevano valore simbolico: la mirra annunciava le Sue sofferenze e morte, l’incenso la Sua divinità, l’oro la Sua regalità, giacché lo riconobbero come Dio e sacerdote e re, pur non vedendo nessun segno esterno della sua infinita grandezza. Imitiamo i Magi nella loro capacità di adattarsi alla volontà di Dio, che li guida parte a modo loro e parte a modo Suo per aiutarli a vivere di fede. Imitiamoli nel fare qualsiasi sacrificio per incontrare Gesù nelle sue varie presenze, specie nell'Eucaristia, nella Parola, nei fratelli, nel nostro cuore, dal momento che si fa così vicino e facilmente accessibile.
III - Efesini 3,2-3a.5-6 - A S. Paolo è stato rivelato il mistero di Dio (3), che consiste nel fatto che i pagani siano chiamati in Cristo Gesù a partecipare con gli ebrei alla buona notizia del Vangelo, a formare un unico Corpo Mistico in Cristo e ad condividere gli stessi beni spirituali in questo mondo e nell'eternità (6). Questo fatto non era percepito nell'AT, ma è stato rivelato agli Apostoli e ai Profeti per mezzo dello Spirito Santo (5) nel NT. Paolo sa – e gli Efesini anche ne hanno sentito parlare - che gli è stato affidato questo ministero della benevolenza di Dio a beneficio dei pagani (5 penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore). Ogni battezzato e cresimato è chiamato a seguire Cristo luce e a diventare luce e apostolo nei confronti dei fratelli: la salvezza di ciascun fratello dipende anche da ciascuno di noi, non solo dalle nostre preghiere e penitenze, ma anche dall’apostolato, dalla testimonianza della vita e della parola. Dio non ci salva da soli ma come appartenenti a un popolo; e purtroppo neanche ci danniamo da soli, ma trasciniamo altri con noi.
EUCARESTIA. Non abbiamo bisogno di fare tanti km per incontrare Gesù e di portargli nostri doni; lo incontriamo nell’Eucarestia - e in altri modi - e dobbiamo portargli il nostro cuore e la nostra buona volontà di mettere in pratica la sua Parola. Chiediamo alla Vergine e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e Santi Patroni di darci il gusto di stare con Cristo e di assimilarne l’insegnamento nella nostra vita per proporlo agli altri. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. In varie occasioni nell’AT Dio mostra la sua volontà di salvezza per tutti i popoli; ricordiamo due fatti: nella genealogia di Gesù ci sono varie donne straniere, e a volte peccatrici convertite, e Egli manda il profeta Giona a predicare ai Niniviti.
2. Dio tiene conto della cultura astronomica e astrologica dei Magi nel comunicare con loro, in modo da farsi capire senza difficoltà; altrettanto devono fare i Pastori e adattare il proprio modo di comunicare nella predicazione e nella liturgia alle condizioni delle persone, alle quali si rivolgono.
3. In occasione dell’Epifania si celebra la giornata Mondiale dell’Infanzia Missionaria. Oltre gli adulti, anche i ragazzi devono prendere coscienza che devono avere a cuore la diffusione del Vangelo nel proprio ambiente e nel resto del mondo. La fede cresce anche comunicandola agli altri.
4. I Magi portano a Gesù doni simbolici, anche per farci capire che Egli non vuole da noi le nostre cose - sono giù sue ed egli ce le dà –, ma la nostra volontà di osservare la sua Parola, di credere in Lui e di amare Dio e il prossimo
5. Maria diede Gesù ai Pastori, ai Magi, a chi veniva a visitarlo; questa missione di Maria continua nella storia e noi continuiamo a riceverlo da Lei.