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Tempo di Avvento: Domenica III dell’Anno A (2022-23)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

francescospaduzzi@gmail.com

 

Tempo di Avvento: Domenica III dell’Anno A (2022-23)

Ascoltiamo la Parola di Dio sempre pensando che Cristo venne 20 secoli fa e i profeti prepararono gli Ebrei alla sua venuta; Cristo verrà alla fine del mondo e della vita di ciascun uomo e gli annunziatori della Parola preparano ora i fedeli a tale incontro, come anche alle sue visite ai tempi nostri.

I -  Isaia 35,1-6a.8a.10 - Isaia preannunzia che Dio trasformerà il deserto in giardino (1.2), che diventerà bello (2) e avrà gioia (1.2), perché Egli verrà e gli Ebrei librati ne contempleranno la gloria e lo splendore (2 Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio). Essi vengono invitati a fortificarsi (3) e a tirarsi su col morale (4 Dite agli smarriti di cuore: Coraggio, non temete!), perché Dio viene a salvare il suo popolo, quindi a ricompensare i buoni e castigare i cattivi (4 Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi). In occasione della sua venuta Dio opererà miracoli: i ciechi vedranno, i sordi udranno, gli zoppi cammineranno, i muti parleranno (5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. 6 Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto). Inoltre Dio aprirà nel deserto una strada, che sarà chiamata Via Santa (8 Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa), per la quale cammineranno quelli che Dio libererà dalla schiavitù di Babilonia per guidarli fino a Gerusalemme nella gioia più grande, che subentrerà alle sofferenze del passato (10 Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto). Questa profezia si realizzerà in misura limitata quando gli Ebrei lasciarono Babilonia e tornarono nella Palestina, e molto di più con la venuta di Gesù, che opererà questi miracoli e portò la gioia della salvezza; la realizzazione completa ci sarà nella seconda venuta di Cristo. Questa salvezza è offerta agli ebrei e ai pagani, a tutti gli uomini. Gli ebrei desideravano tanto la venuta di Dio, che avrebbe portato loro tanta gioia e la libertà; anche noi prepariamoci a incontrare con viva fede Gesù, che viene ora nell'oscurità dei segni sacramentali e non, per poterlo accogliere quando verrà a prenderci alla fine della vita e alla fine del mondo.

II -  Matteo 11,3-11 - 1. Giovanni Battista è il dono di Dio agli Ebrei per cercare di prepararli al loro incontro col Messia. La sua predicazione annuncia che è imminente la venuta del Signore per il giudizio degli uomini e sembra riferirsi al Giudizio Universale alla fine del mondo; essa dura poco tempo, perché viene arrestato presto. Egli è il primo profeta dopo 500 anni di silenzio e si mostra forte ed energico nell’invito alla conversione; indica in Gesù il Messia atteso. Mentre è in carcere, i suoi discepoli lo informano che Gesù è mite nella predicazione, insiste molto sulla misericordia di Dio e sulla necessità della conversione per accogliere il Regno di Dio; perciò si chiedono se è proprio il Messia. Giovanni, per rassicurare i discepoli, manda una delegazione a Gesù (2), con la domanda: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (3). Gesù per tutta risposta opera alcuni miracoli, come preannunziati da Isaia (62,5) - una profezia messianica -, e fa riferire a Giovanni i miracoli visti (4) e soprattutto che a poveri ed emarginati è annunciato il Vangelo della salvezza (5 ai poveri è annunciato il Vangelo). Gesù conclude il messaggio di risposta con una beatitudine, che è anche un ammonimento: E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo! (6). E’ beato chi accetta la Sua missione così come è, come l’ha voluta Dio. In effetti i discepoli di Giovanni erano sorpresi, perché Gesù non corrispondeva – secondo loro - alla predicazione del precursore; i capi ebrei si scandalizzavano, perché Gesù non era un Messia politico. Noi invece vogliamo essere fra questi beati: accettiamo Gesù come maestro e crocifisso e anche la nostra crocifissione con lui; vogliamo prendere sul serio le ammonizioni del Papa contro la mondanità, specie delle persone consacrate, la quale si oppone all’insegnamento di Gesù e contraddice alla nostra vocazione di cristiani o di consacrati, cioè persone scelte da Gesù a stare in modo speciale con lui, per consentirgli di continuare per mezzo nostro la sua  missione.

2. Gesù lascia partire gli inviati di Giovanni e poi parla di lui ai presenti, che ben lo conoscono (7) e lo ammirano, e fa notare loro che nel deserto (7) essi non hanno trovato un rammollito (7), che faceva una vita comoda (9), ma il profeta più grande dell’AT - e anche qualcosa in più (9): di lui l'AT dice che è il messaggero, che precede la venuta del Signore e ne prepara l’accoglienza (10 Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,/ davanti a te egli preparerà la tua via; cfr. Ml 3,1). In effetti Giovanni è un personaggio importantissimo (11 In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista), anche se è tanto al  sotto di Gesù come lo è anche nei confronti di un discepolo di Gesù (11 ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui), che ormai fa parte del Regno di Dio. Giovanni ha compiuto benissimo la sua missione ed è un santo fra i più grandi, perché ha fatto la volontà di Dio fino a dare la sua vita per essere fedele; così ha preceduto Gesù non solo nel tempo, ma anche nella sorte, di essere condannato a morte senza motivo, assolutamente innocente. In Giovanni troviamo un sommo esempio di fedeltà senza ondeggiamenti e, seguendolo, ci prepariamo nel modo migliore a incontrare Gesù.

III - Giacomo 5,7-10 - Giacomo raccomanda ai fratelli (7.10), destinatari della sua lettera, di prepararsi alla seconda venuta del Signore (7 fino alla venuta del Signore), annunciando che essa è vicina (8 perché la venuta del Signore è vicina), motivazione molto forte per impegnarsi seriamente nella vita cristiana. Il Signore viene come giudice di tutti gli uomini (9 ecco, il giudice è alle porte). Anzitutto raccomanda la costanza, ricordata 4 volte, 2 volte come aggettivo e due volte come sostantivo: Siate dunque costanti (7), Siate costanti anche voi (8), imitando la costanza dell’agricoltore, che semina a suo tempo e poi aspetta che ci siano le piogge primaverili e autunnali, che consentiranno alla terra di produrre il prezioso raccolto (7) e la costanza e la pazienza nelle sofferenze, di cui hanno lasciato splendido esempio i profeti, che hanno proclamato la Parola di Dio (10 Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore). E’ necessario anche alimentare il coraggio e la sicurezza (8 rinfrancate i vostri cuori), che Dio non mancherà di infondere nei cuori attraverso la sua grazia e la sua Parola. Infine raccomanda di non mormorare gli uni contro gli altri - il giudizio tocca solo al Signore -, per evitare di essere giudicati e condannati da Lui (9 Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati); Dio conosce non solo le azioni esterne degli uomini, ma scruta anche i loro cuori e solo Lui può dare un giudizio veritiero e completo, mentre i nostri giudizi spesso sono temerari e avventati. Queste quattro raccomandazioni di Giacomo giovano anche a noi per prepararci a incontrare il Signore: la costanza, il coraggio, la pazienza, il rispetto del prossimo.

EUCARESTIA. Il Signore venne, il Signore verrà, il Signore viene... Viene nell’Eucarestia e nei tanti modi di presenza. Valorizziamoli tutti per la nostra crescita spirituale, ma soprattutto questo dell’Eucarestia, perché è il più intenso e quello che ci dà più energia spirituale. Preghiamo la Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, perché ce ne ottengano la grazia.

Altri temi: 1. Fiducia nella potenza, sapienza e bontà di Dio e nella sua Provvidenza.

2. Dio ci crea per renderci partecipi della sua felicità eterna. Il peccato costituisce il grande ostacolo.

3. Approfondire la conoscenza delle profezie dell’AT sulla prima venuta di Gesù e quelle del NT sulla sua seconda venuta.

4. Giovanni dà la testimonianza su Gesù; anche noi dobbiamo testimoniarlo già dopo il primo incontro con lui, come fecero i primi discepoli (Gv 1,35-51).

5. La virtù caratteristica dell’Avvento è la speranza, la virtù dell’attesa; essa si fonda sulla fede e ci apre alla carità.  

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