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Tempo Ordinario: Domenica 33.ma dell'Anno C

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com   

Tempo Ordinario: Domenica 33.ma dell'Anno C

I - Luca 21,5-19 - 1. (a) Noi viviamo fra la prima venuta di Cristo nell’umiltà e la seconda nella gloria: della seconda non c'è stata rivelata la data. Nel frattempo si realizzano le profezie di Gesù, circa vari avvenimenti, fra cui le persecuzioni, che comportano per i credenti sofferenze di vario genere, fino alla eliminazione fisica. Gesù precisa alcune di queste sofferenze, ma la cattiveria umana ne inventerà tante altre, specie se si lascia docilmente guidare dal diavolo. Gesù parla di percosse o arresti (12 metteranno le mani su di voi), persecuzioni, processi nelle sinagoghe e carcere (12 e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni), e di giudizi davanti a re e governatori (12 trascinandovi davanti a re e governatori), di tradimenti e manifestazioni di odio da parte di familiari, parenti e amici e di tutti (16 Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, 17 sarete odiati da tutti) e persino di esecuzioni (16 e uccideranno alcuni di voi). Tutto questo avverrà a causa del mio nome (12.17) - dice Gesù -, per la loro fedeltà a Gesù e al suo insegnamento e per il rifiuto di rinnegarlo. Le persecuzioni ci sono sempre state nei primi 2000 anni del Cristianesimo, ci sono ora in varie parti del mondo - come ci ricorda spesso il Papa -, e ci saranno sempre nei secoli futuri. Gesù fu chiaro: Se hanno perseguitato perseguiteranno anche voi (Gv 15,20). Orribili quelle dei primi tre secoli e del secolo scorso per opera delle dittature nazifasciste e comuniste. Non illudiamoci. Anche nelle nostre zone sono presi in giro il Cristianesimo e i cristiani nei mass-media e nella vita quotidiana. Preghiamo per i cristiani perseguitati del nostro tempo, che ci rimettono i beni e spesso la vita; impegniamoci a una vita spirituale intensa, in modo che lo Spirito possa sviluppare in noi il dono della fortezza. (b) I credenti, che già mostrano la loro fedeltà a Gesù nella loro vita ordinaria, Gli dovranno dare anche la testimonianza straordinaria nelle persecuzioni (13 Avrete allora occasione di dare testimonianza); però Egli li avverte di non scervellarsi per preparare la propria difesa (14 Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa), perché darà loro il dono della sapienza per tutelarsi bene, al punto che gli avversari non riusciranno a vincerli (15 io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere); anzi seguirà tutto con la massima attenzione e terrà tutto sotto controllo: Egli conosce persino il numero esatto dei capelli del loro capo (18 Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto). Se essi perseverano nella fedeltà, certamente si salveranno e avranno la vita eterna (19 Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita); e a volte conserveranno anche la vita fisica per miracolo o senza di esso. Affidiamoci a Dio, che nelle persecuzioni non ci farà mancare la grazia del coraggio di sopportarle, della capacità di difenderci e di affrontare il martirio. Evitiamo l’errore di pensarci in anticipo: quando ci sarà la persecuzione, noi ci penseremo con la grazia di Dio e ne saremo sostenuti; se ci pensiamo prima, lo faremo senza la grazia di Dio e ci spaventeremo. Diciamo ora: “Mi affido a te: al momento opportuno mi darai grazia e forza per affrontare ogni situazione e restarti fedele”. E Dio ci aiuterà.

2. I discepoli sono incantati per la grandiosità del Tempio, ma Gesù li avverte della sua distruzione  (5-6 Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta»). Essi, invece di domandare come prepararsi a questo evento, chiedono quel che può soddisfare la loro inutile curiosità: la data e il segno che sta per succedere (7 Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?»). Gesù non li accontenta, ma parla della Sua seconda venuta e aggiunge la notizia della distruzione di Gerusalemme. Gesù unisce i due eventi, perché gli Ebrei erano attaccatissimi al tempio e alla loro città, che erano la ragione della loro esistenza, e quindi la loro distruzione era per loro la “fine del mondo”. Gesù li avverte che verranno prima falsi cristi, che si presenteranno come il Messia atteso e annunceranno imminente la fine del mondo (8 Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”; Egli raccomanda loro di non lasciarsi ingannare e di non seguirli (8 Non andate dietro a loro!)). Ci saranno avvenimenti impressionanti come guerre (9 Quando sentirete di guerre; 10 Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno) e rivoluzioni (9); e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenzevi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo (11). Gesù li esorta di non farsi prendere dallo spavento, perché la fine del mondo non è prossima (9 non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine; 12 Ma prima di tutto questo…). Tutti questi avvenimenti saranno preceduti - e accompagnati? - dalle persecuzioni. Anche tutto questo servirà a preparare all'incontro con Cristo. La seconda venuta di Cristo non pare imminente; comunque ci giova conoscere questa Parola di Dio, perché, ogni giorno che passa, ci avviciniamo a quella data e questi fatti iniziarono venti secoli fa e continueranno fino alla fine del mondo con alterne vicende. Ma dobbiamo sempre essere vigilanti a praticare la fede, la speranza e la carità, e a farci trovare pronti a lasciare questo mondo  in amicizia col Signore.

II - Malattia 3,19-20a – (a) Il profeta annuncia la venuta dell’unico Signore nel giorno ultimo (19 Ecco infatti: sta per venire il giorno), nel quale premierà i buoni e castigherà i cattivi. I cattivi sono quelli che non fanno la volontà di Dio, gli ingiusti, e specie i superbi, che si elevano al di sopra degli altri, e – vorrebbero - anche di Dio; per costoro verrà come un fuoco distruttore, per ridurre a sola cenere, come avviene della paglia (19 rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti); verranno bruciate anche le radici delle piante, in modo che non germoglino più (19 fino a non lasciar loro né radice né germoglio). Anche oggi dominano la ricerca del piacere e la mentalità mondana, manovrate da Satana: chi si lascia schiavizzare da questi tre nemici, finirà nell'inferno come il diavolo, dove si sta lontani da Dio e si soffre; lì c'è ogni male e niente di buono e dura per sempre. La loro lontananza da Dio Amore è sorgente della loro infelicità; son vissuti qui senza credere e amare Dio e il prossimo e nell’eternità continuano nella loro solitudine. Preghiamo e impegniamoci per non essere fra gli ingiusti e per portarli alla conversione. (b) Lo stesso Signore verrà per i buoni, cioè per quelli che credono in Dio ed esprimono la loro fede con amore rispettoso per Lui, che fa fare loro le opere buone verso il prossimo, ma anche verso se stessi e la Terra, che abitiamo; per costoro Dio viene come il sole che sorge e irradia progressivamente luce e calore, che sono sorgente di vita (20 Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia). Gesù effonde già sulla terra la luce della verità e il calore del suo amore e per i credenti diventa sorgente di felicità temporale in questo mondo ed eterna nell’Aldilà; è lui che ora si muove per venire e stare con noi (Ap 3,20): sono specie i suoi 7 modi di presenza, che noi sperimentiamo grazie alla fede; nell’eternità Lo contempleremo faccia a faccia.

III - 2Tessalonicesi 3,7-12 – S. Paolo aveva parlato della seconda venuta di Cristo e ora completa il suo insegnamento su questo argomento, perché a suo tempo dovette scappare per sfuggire alla persecuzione; alcuni avevano capito che Gesù sarebbe tornato presto e conclusero che era inutile lavorare; perciò vivevano a spese degli altri e creavano inquietudine (11 Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione). Era un grave disordine, che obbliga l’Apostolo a intervenire, appena ne è informato. Egli ricorda ai Tessalonicesi che egli non era stato mai a carico di nessuno (7 né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno; 8 per non essere di peso ad alcuno di voi), perché mai era vissuto fra loro nell'ozio (7 noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi), ma aveva lavorato sodo giorno e notte (8 ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno); aveva diritto a essere mantenuto da loro (9 Non che non ne avessimo diritto), ma aveva voluto dare il buon esempio (7 Sapete in che modo dovete prenderci a modello; 9 ma per darci a voi come modello da imitare), come giusto era stato il suo insegnamento (10 E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola), cioè che ha diritto a mangiare solo chi vuole lavorare: chi non vuole lavorare, neppure mangi (10). Perciò ordina nel nome di Gesù che quelli che finora si sono rifiutati di lavorare, d'ora in poi si impegnino a guadagnarsi da vivere con calma (12 A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità). Gli Ebrei davano moltissima importanza al lavoro manuale, al punto che anche i rabbini, i professori universitari di allora, dovevano saper esercitare un mestiere manuale; il lavoro manuale era disprezzato dai pagani, perché lo consideravano roba da schiavi. Ogni tipo di lavoro serve alla persona per vivere, per essere indipendente e badare a sé e ai suoi, per provvedere al suo futuro, per aiutare chi non può lavorare, per far progredire l’umanità, per imitare Dio che è sempre in attività (Gn 1-2; Gv5,17), e Gesù, Maria e Giuseppe, che hanno lavorato. Anche le tentazioni diminuiscono drasticamente; perciò è importante stare sempre impegnati, perché l'ozio é il padre dei vizi e la madre ne è la pigrizia.

EUCARESTIA. Dopo la consacrazione proclamiamo la morte e la resurrezione di Cristo in attesa della sua venuta; la partecipazione alla Messa con la comunione è ottimo mezzo per prepararsi all’incontro con Gesù giudice e salvatore. Preghiamo la nostra Madre Celeste e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, che ci ottengano un gioioso incontro con Lui adesso e alla fine della nostra vita. 

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