Tempo ordinario: Domenica 32.ma dell'Anno C
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
ons. Francesco Spaduzzi
Tempo ordinario: Domenica 32.ma dell'Anno C
I - Luca 20,27- 38-1. (a) I Sadducei costituivano il partito dei Sacerdoti del Tempio di Gerusalemme; erano la classe ricca e in politica si appoggiavano ai dominatori Romani. Essi si fecero una fede a modo loro; riconobbero come Sacra Scrittura solo i primi 5 libri della Bibbia, attribuiti a Mosè, e rifiutarono i Libri Storici, Profetici e Sapienziali, cioè tutto quello che Dio aveva comunicato negli ultimi 1200 anni; così non credevano all’immortalità dell'anima - e quindi nell’esistenza del Paradiso e dell’inferno -, e alla resurrezione dei corpi, che Dio aveva insegnati da sempre e progressivamente chiarito. I Farisei invece, e anche il popolo, credevano in queste verità. In passato i sacerdoti alimentavano la fede del popolo, ma, quando il sommo sacerdote diventò anche capo politico e militare, si ridussero a funzionari del culto, tradendo la loro missione. Giustificavano la loro mancanza di fede nell'aldilà – e il loro ateismo pratico - con una storiella inventata, che raccontano a Gesù (27 Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda). Stiamo attenti, fedeli e pastori, a non farci ingannare dai nostri tre nemici: diavolo, mentalità mondana e tendenze cattive, che ci allontanano dalla retta vita prima e poi anche dalla retta dottrina; riconosciamo sempre con sincerità e umiltà i nostri peccati e debolezze. (b) I Sadducei partono da una legge dell'AT, che ordina al fratello del defunto di sposare la cognata vedova e di avere un figlio da lei per dare un erede al defunto (28 Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello); inventano che sette fratelli avevano successivamente sposato la stessa donna senza avere i figli con lei (29-32) ed erano morti senza eredi; chiedono a Gesù di chi dei sette sarebbe stata la moglie, se c'è la resurrezione dei morti (33 La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie). Gesù ha già raccontato la parabola del ricco epulone (Lc 16,19-31) e così ha ormai affermato l'immortalità dell'anima e l'esistenza di inferno e paradiso. Intanto noi rinnoviamo la nostra fede a tutta la Parola di Dio, così come la troviamo nella Sacra Scrittura, fu predicata dagli Apostoli e dai Padri della Chiesa ed è insegnata dal Magistero della Chiesa. Sono cristiani quelli che credono nei due misteri principali della fede e nell'insegnamento di Gesù, che deve essere accolto senza riserve. Nel Credo noi proclamiamo di credere nella Chiesa e nella resurrezione della carne.
2. (a) Gesù afferma che c’è differenza fra la vita di questo mondo e quella dell'eternità. I viventi terrestri portano in se stessi un principio di corruzione e perciò sono destinati a morire; per conservare la vita umana sulla terra, c'è bisogno di procreare e quindi di sposarsi (34 Gesù rispose loro: I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito). Quando viene concepito un bambino, Dio crea l’anima immortale per lui e la infonde nell’ovulo fecondato, in modo che sia uomo. Quando quest’uomo muore, l’anima si separa dal corpo e questa non ha principio di corruzione in sé; quindi nell’altro mondo è simile agli Angeli (36 sono uguali agli angeli), che sono puri spiriti e, poiché non possono più morire (36), non hanno bisogno di procreare e di sposarsi (35 non prendono né moglie né marito). Tutti gli uomini alla fine del mondo in ogni caso avranno un corpo risuscitato, salvati o dannati che siano, perché vi sono destinati (36 poiché sono figli della risurrezione). I salvati risusciteranno con un corpo glorioso (35 ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti), perché veramente sono figli di Dio (36) in quanto hanno fatto la Sua volontà; i dannati con un corpo deforme. Nostro impegno è apprezzare la bellezza della condizione dei salvati e lasciarci salvare da Dio, facendo la sua volontà e vigilare su di noi per non lasciarci ingannare da Satana. (b) Gesù spiega anche che nei libri di Mosè già si parlava dell'immortalità dell'anima e della resurrezione. In effetti a Mosè Dio si presenta come il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe (37 Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe; cfr. Es 3,6); così dichiara che quei patriarchi continuano a esistere, dopo la morte del corpo, perché tutti vivono per mezzo di Dio, che comunica l'esistenza e la conserva (38 Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui). Dio fece le promesse ad Abramo per i suoi discendenti; se i patriarchi con la morte fossero tornati nel nulla, come prima del loro concepimento, le promesse non varrebbero più per loro; questo sarebbe un controsenso: essi vissero di fede, furono graditi a Dio, ma Egli non li ricompenserebbe. In sostanza come Dio è eterno, così l'uomo è immortale nell'anima e lo diventa anche nel corpo con la resurrezione; pure il corpo partecipa alla gioia o infelicità eterna dell'anima a seconda del giudizio, che Dio darà sul singolo uomo alla fine della vita: sarà un giudizio su come avremo praticato la fede e la carità. Tiriamone le conseguenze per la nostra vita. Stiamo bene attenti a vivere in amicizia con Dio e in tale situazione lasciare questo mondo.
II – 2Maccabei 7,1-2.9-14 – (a) Si tratta di sette fratelli, che vengono presi con la madre e il re Antioco vuole costringerli, con torture, a disobbedire alla legge di Dio, mangiando carni proibite (1). Il primo esprime a nome di tutti la volontà di obbedire a Dio secondo le sue leggi, trasmesse dagli antenati, e la disponibilità anche a morire pur di essere fedeli (2 Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri); anche il secondo, ormai in fin di vita, manifesta lo stesso proposito di fedeltà (9); pure il terzo fa lo stesso (10); e anche il quarto è ridotto in fin di vita (14). Essi sanno che hanno ricevuto tutto da Dio (11), che quindi tutto è dono di Dio e per lui, in obbedienza a lui, bisogna conservarlo e usarlo ed essere disposti a perderlo. Da Dio questi giovani hanno una fede eroica e il coraggio di una fedeltà a tutta prova, che li rende capaci non solo di morire, ma anche di patire moltissimo prima, per amor di Dio. Ammiriamo e chiediamo per noi la fede intrepida di questi giovani e della madre e dei tanti Martiri di tutti i secoli, e specie di quelli del secolo scorso, torturati e ammazzati dalle dittature nazifasciste di destra e quelle comuniste di sinistra. (b) Questi giovani proclamano la loro fede in Dio, ma anche la certezza che Dio ridarà loro il corpo con tutte le sue membra, quando ci sarà la resurrezione dei corpi. Il secondo dice: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna» (9); il terzo: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo» (11); il quarto: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita» (14). Gli Ebrei considerano uomo completo quello uscito dalle mani di Dio, formato di corpo e anima, e giudicano vita ridotta quella della sola anima senza il corpo. In realtà l'anima, separata dal corpo, conserva tutte le sue attività di intelligenza e volontà e capacità di agire come spirito e perciò è capace di beatitudine o sofferenza eterna; comunque desidera il suo corpo per essere persona completa e lo riavrà alla fine del mondo: se salvati, il corpo sarà intero, bello, glorioso, funzionale, e con capacità simili a quelle di Cristo e Maria risorti; se dannati, il loro corpo sarà brutto e deforme (14) per esprimere la bruttezza della persona, effetto del peccato. Professiamo la fede nella risurrezione della carne, come facciamo nel Credo e preghiamo con insistenza per ottenere la grazia di osservare la legge di Dio e così partecipare alla resurrezione gloriosa, noi e il prossimo.
III - 2Tessalonicesi 2,16-3,5 – S. Paolo ricorda ai Tessalonicesi che Gesù e il Padre - e lo Spirito Santo - hanno già mostrato l'amore per loro e hanno dato loro il dono della gioia eterna, che incomincia in questo mondo e prosegue nell'eternità, e anche la solida speranza della salvezza (16 E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza); in futuro Essi daranno conforto ai loro cuori e li rafforzeranno nelle loro opere e parole buone, che faranno (17 conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene); li fortificheranno e custodiranno dalle insidie del Maligno (3 egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno); infine Essi guideranno i loro pensieri e sentimenti verso l'amore intenso del Padre e alla pazienza di Cristo, che praticheranno nelle sofferenze quotidiane (5 Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo). Paolo è certo di tutto questo, perché Dio è fedele alle sue promesse (3 Ma il Signore è fedele; cfr. 4 abbiamo questa fiducia nel Signore). Tutto questo vale anche per noi, perché Dio Uno e Trino ama anche noi e si prende cura di noi, per introdurci nell’eternità beata. Rinnoviamo la nostra speranza e la nostra fiducia e chiediamo queste grazie con la preghiera per noi e per il prossimo. (b) S. Paolo chiede per sé e i suoi collaboratori la preghiera dei fedeli, affinché la Parola di Dio continui a diffondersi e sia conosciuta e praticata come da loro (1 Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi), e affinché il Signore li liberi delle insidie dei malvagi (8 e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi), che si chiudono al dono della fede (3 La fede infatti non è di tutti), che Dio vuole dare anche a loro. Invece i credenti, seguendo gli ordini di Paolo, metteranno in pratica la sua parola, come hanno fatto finora (4 Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo). Preghiamo anche noi per i missionari del Vangelo, perché il Signore li sostenga, e anche noi ci impegniamo a fare la volontà di Dio e per questa via collaboriamo alla diffusione della fede.
EUCARESTIA. L’unione con Cristo nella Comunione Eucaristica è sorgente e alimento della vita divina dell’anima e della resurrezione della carne. Chiediamo alla Vergine SS. e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e S. Patroni, di ottenerci la fedeltà a Dio e la resurrezione gloriosa.