Tempo Ordinario: Domenica 17.ma dell'Anno C
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo Ordinario: Domenica 17.ma dell'Anno C
I - Luca 11,1-13 - 1. (a) Gesù dedica solitamente tempo alla preghiera, ritirandosi in un luogo isolato (1 Gesù si trovava in un luogo a pregare), di giorno o di notte. Mentre Gesù prega in disparte, gli Apostoli e i discepoli si intrattengono a parlare di giorno o a dormire di notte; non risulta che pregassero: dormono anche quando Gesù li invita esplicitamente a pregare, come nel Getsemani (Mt 26,36-44); per sé avrebbero dovuto pregare per il fatto stesso che sapevano che Gesù lo stava facendo. Così dobbiamo fare anche noi ogni giorno: 4 sono i nostri rapporti fondamentali e dobbiamo trovare tempo e modi per stare con noi, col mondo, con il prossimo, con Dio; il nostro equilibrio psicologico e spirituale si salva solo se rispettiamo questi rapporti. Diamo tempo sufficiente ogni giorno al dialogo con Dio, per conoscerlo, per dirgli e dargli il nostro amore, per pregarlo per noi e per gli altri, per ringraziarlo? (b) Uno dei discepoli chiede a Gesù di insegnare loro una preghiera come avevano fatto Giovanni coi suoi discepoli (1 quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli») e i Farisei coi loro. Gesù insegna la preghiera (2 Ed egli disse loro: Quando pregate, dite), che noi chiamiamo Padre Nostro, dalle prime due parole, con cui Matteo l’introduce, dandone una versione più lunga rispetto a quella di Luca. Riflettiamo su S. Luca: Padre (2): entrando nella preghiera, ricordiamoci che siamo in dialogo con Uno presente e familiare, non un assente ed estraneo; ci ama e ci segue infinitamente meglio di come un padre fa col figlio. La nostra famiglia è costituita da Padre e Figlio-Gesù e Spirito Santo, Maria e Giuseppe, Angeli e Santi. Sia santificato il tuo nome (2): riconosciamoLo Santo sulla terra come fanno gli Angeli e i Santi del cielo, che proclamano le parole di Isaia: Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! (6,3), e anche accogliamo il dono che Egli ci fa della sua Santità, che vuole comunicare a ogni uomo. Venga il tuo regno (2); osserviamo la sua legge, espressione della sua volontà; ogni volta che osserviamo i comandamenti e i precetti dell'amore, collaboriamo all’estensione del Regno di Dio. Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano (3): chiediamo a Dio che ci dia il pane di ogni giorno, includendo anche il pane quotidiano della Parola di Dio e del Corpo e Sangue di Cristo. E perdona a noi i nostri peccati,/ anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore (4): siamo peccatori e abbiamo bisogno di essere salvati; chiediamo il perdono a Dio e siamo sicuri di averlo, perché vogliamo e decidiamo di perdonare a quelli che ci hanno fatto del male: esercitiamo con gli altri la misericordia che chiediamo a Dio per noi. E non abbandonarci alla tentazione (4): ci riconosciamo deboli e senza forze per lottare contro il diavolo, il mondo e la carne, e perciò preghiamo Dio di sostenerci nella lotta contro i nemici spirituali.
2. (a) Gesù racconta una parabola. Una persona si rivolge a un amico in piena notte per chiedergli in prestito tre pani per sfamare un proprio amico, arrivato a quell'ora (5-6). L'amico si rifiuta di alzarsi per darglieli, perché sta già a letto con i figli (7) - ma è solo una scusa per coprire la propria pigrizia ed egoismo; l'amico continua a insistere ed egli si alza e glieli dà per la sua invadenza (9). Gesù raccomanda l’insistenza e la perseveranza nel chiedere, senza lasciarsi fermare dal non vedersi esauditi subito: Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto (9-10); dobbiamo esporre i nostri bisogni con la fiducia di essere esauditi da Dio, perché Egli è la fonte di ogni bontà e di ogni beneficio e li dona e Si dona a chi ha il desiderio e insiste per ottenere; questo desiderio di avere Dio e i suoi doni è già un dono di Dio. (b) Gesù aggiunge un altro insegnamento: la fiducia nella preghiera. Noi non ci rivolgiamo a un estraneo o a un semplice amico, che non sempre sa essere tale, o a un padre umano, pieno di limiti (11-12), ma al Padre Nostro Celeste, il quale dà l’abbondanza dello Spirito a quelli che glielo chiedono (13 quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!). Gesù sottolinea che il Padre Celeste è perfetto, infinitamente buono, a differenza dei padri umani, che arrivano a essere cattivi, ma comunque cercano di dare cose buone ai figli (13 Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli). Gesù invita a pregare, a nutrire grande fiducia nella potenza della preghiera e a portarla avanti con insistenza e sicurezza della bontà di Dio Padre.
II - Genesi 18,20-32 - (a) Dio tratta Abramo come suo profeta (Am 3,6-7) e amico (Gn 18,16-17) e perciò gli rivela i suoi segreti (Gn 18,18-19); gli dice del grande clamore, che i peccati di Sodoma fanno arrivare al Cielo (20), chiedendone il castigo (Gn 4,10). Egli per mezzo degli Angeli si informerà (21) per decidere sul da farsi. I due Angeli vanno a Sodoma e Dio si intrattiene con Abramo (22 mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore). Questi fa un ragionamento con Dio, frutto dell'esperienza, che ha avuto di Dio nei suoi incontri con lui. Dio è giudice di tutta la terra e deve praticare la giustizia (25 Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?); giustizia vuole che il giusto sia ricompensato e il cattivo sia punito; perciò Dio non può trattare giusti ed empi allo stesso modo, facendo morire i giusti insieme agli empi (23 Abramo gli si avvicinò e gli disse: Davvero sterminerai il giusto con l’empio?); non può sopprimere i 50 giusti, che si potrebbero trovare a Sodoma, insieme con gli empi (24 Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere?; 25 Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te!). Abramo ritiene che Dio può persino risparmiare migliaia di empi in vista dei 50 giusti (24 E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?). Dio, nella sua misericordia per i peccatori, per la considerazione verso i giusti e soprattutto per l'amore verso Abramo, risponde che per i 50 giusti risparmierà le città (26 Rispose il Signore: «Se a Sodoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo»). Dio è giusto e punisce peccatori e ricompensa i giusti, che diventano tali perché Egli comunica loro la sua santità; ci fa capire che i giusti sono come i parafulmini, anche per i cattivi: Egli, per amore dei giusti, tollera con pazienza infinita i cattivi. Ringraziamo Dio perché nelle nostre città ci sono conventi e monasteri, che costituiscono una grande protezione per le opere sante, che ivi si fanno. Ammiriamo la considerazione e l’amore di Dio per Abramo; lo tratta veramente da amico, confidandogli i suoi segreti, ascoltandolo e accontentandolo nelle sue richieste. (a) Abramo, felice di avere avuto quanto chiedeva, ma preoccupato che i giusti possano essere meno di 50, propone a Dio di accontentarsi di 45 giusti, per salvare le città (28 forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?) e poi di 40 (29), e di 30 (30), e di 20 (31) e infine di 10 (32); riceve sempre risposta positiva (28 Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque»; 29; 30; 31; 32). Abramo la prima (27) e la quarta volta (31) riconosce che sta parlando con audacia (27 Vedi come ardisco parlare al mio Signore; 31), ma è cosciente di essere una nulla davanti a Dio (27 io che sono polvere e cenere); la terza (29) e la quinta volta (32) prega Dio di non irritarsi per la sua insistenza (30 Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora; 32 … una volta sola): sa di poter fare appello solo alla bontà misericordiosa di Dio. Dio forse sarebbe arrivato anche a salvare gli empi in considerazione di un solo giusto, come effettivamente fa, giacché salva tutti gli empi in vista dell’unico giusto, Gesù, Salvatore del mondo. Questa condiscendenza di Dio nell'AT è simbolo di quella del NT, in cui Dio fatto uomo viene tra gli uomini e dona loro la sua convivenza, specie agli Apostoli, Padri del nuovo Popolo di Dio. Alcuni Padri della Chiesa hanno pensato che sia stato proprio il Figlio di Dio ad apparire in questo caso e in altri simili. Riconosciamo e gustiamo la misericordia di Dio. Preghiamo Dio per la conversione dell’umanità, sapendo di farGli una preghiera molto gradita a lui.
III - Colossesi 2,12-14 – (a) Paolo ci parla della situazione dei Colossesi, quando erano pagani, separati da Dio: erano spiritualmente morti a causa dei peccati (13 che eravate morti a causa delle colpe) e perché il loro cuore seguiva le tendenze cattive della carne (13 e della non circoncisione della vostra carne); questi peccati erano come un documento, firmato dai peccatori, che conteneva scritti i peccati commessi (14 annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario), e quindi una minaccia per loro. Così siamo anche noi quando ci troviamo in situazione di peccato grave, cioè siamo senza vita divina e cadaveri ambulanti; i morti non si possono fare il massaggio del cuore da soli, ma lo possono ricevere da altri per tentare di recuperare la vita; solo Dio ci può restituire la vita divina, resuscitandoci dalla nostra morte spirituale. (b) Così è avvenuto: il Padre ci ama e ci dona il Figlio (Gv 3,16); il Figlio ci ama e si consegna alla morte per noi (Ef 5,2.25; Gal 2,20); lo Spirito ci ama e perciò opera l'Incarnazione (Lc 1,35) e sostiene Gesù in tutta la sua vita (Lc 4,1.14) e nella Passione e Morte (Eb 9,14). Il Padre inchioda alla Croce il documento, che contiene i nostri peccati (14 lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce) ed è disposto a perdonarli per i meriti di Gesù Cristo. Il Padre risuscita il Figlio con la sua onnipotenza (12 con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti). Noi crediamo alla resurrezione di Gesù (12) e alla sua opera redentrice e riceviamo il battesimo, col quale è riprodotto in noi visivamente, sacramentalmente, nel segno, la morte di Gesù, la sua sepoltura (12 con lui sepolti nel battesimo), e resurrezione (12) e così Dio ci perdona le nostre colpe (13 perdonandoci tutte le colpe e) e ci dà la sua vita divina con Cristo e in Cristo (12 Con lui Dio ha dato vita anche a voi). Il perdono dei peccati e la vita divina ci vengono dati anche nella confessione. La preghiera quotidiana, la confessione mensile – o più frequente, se è necessaria per rimetterci in grazia di Dio – e la comunione assidua sono mezzi insostituibili per camminare sulla via della salvezza.
EUCARESTIA. La Messa è la nostra preghiera più importante; ascoltiamo la Parola di Dio e uniamo le nostre preghiere a quelle della Chiesa e di Cristo, nostro Capo, con la certezza di essere esauditi. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni di ottenerci un po’ di quella fede, speranza e carità, che essi avevano in vita.