Solofra. Dalla "Piccola Svizzera del Sud" all'ombra di sé stessa
Industrialmente la città conciaria è solo l’opaco ricordo di quella fiorente per l’industria manifatturiera del pellame. Inutile ricordare gli anni d’oro della pelle e le varie definizioni che Solofra acquisì tipo “la piccola Svizzera del sud”, “la città della puzza dorata”, “l’isola industriale autonoma” ed altre. Per le amministrative del 12 giugno 2022 le tre squadre scese in campo per la conquista del Palazzo ducale Orsini, sede comunale, ci sono delle proposte che vorrebbero scuotere la Solofra industriale dall’oblio. Per “Solofra Futura” (Maria Luisa Guacci), “La linea già tracciata del frazionamento e del cambio di destinazione d’uso degli opifici industriali…apre il percorso al rilancio dell’economia della nostra Città in collaborazione con la classe imprenditoriale…Saranno intercettate tutte le opportunità di finanziamento previste, anche dal PNRR al fine di ottimizzare al massimo le potenzialità di tutta la imprenditoria solofrana”. “Solofra Libera” (Antonello D’Urso) propone “Il cambio di destinazione d’uso per comparti darà la possibilità di diversificare le attività di numerose aziende mediante l’utilizzo degli opifici non funzionali al ciclo produttivo della concia. Tale modifica permetterà di attrarre nuovi investimenti mediante lo sviluppo economico del nostro territorio, aprendo le porte a diversi settori dell’industria, con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro”. “Per La nostra Solofra” (Nicola Moretti), evidenzia che “La diversificazione nelle concerie chiuse deve essere mirata a favore dell’industria meccanica, elettronica e riciclo dei materiali riutilizzabili dai rifiuti urbani, possono essere convertite in varie attività tipo imballaggi in cartone, in gomma ed altre varie attività. Attuazione del coordinamento e della coerenza al P.R.T. ASI di Avellino e le previsioni delle Aree di Trasformazione Strategica del PUC con Piani Esecutivi”.
D.G.