Tempo Pasquale: Domenica VI dell’Anno C
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo Pasquale: Domenica VI dell’Anno C
I - Giovanni 14,23-29 - 1. (a) Gesù sta parlando ai discepoli dopo l'allontanamento di Giuda e prima che i discepoli escano dal Cenacolo. Uniamo anche il versetto 21 al 23 per ragioni di contenuto. Gesù in essi dice che chi mette in pratica i suoi comandamenti (21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva) è la persona che lo ama (21 questi è colui che mi ama) e anche che lo ama chi osserva la sua Parola (23 Se uno mi ama, osserverà la mia parola); ripete il concetto anche in forma negativa (24 Chi non mi ama, non osserva le mie parole). L’osservanza della Parola di Gesù, come espressione dell’amore per Lui, produce effetti bellissimi nel discepolo: lo amano il Padre (21 Chi ama me sarà amato dal Padre mio; 23 e il Padre mio lo amerà) e Gesù (21 e anch’io lo amerò); inoltre Gesù si manifesta a lui (21 e mi manifesterò a lui) e il Padre e Gesù verranno da lui e dimoreranno in lui (23 e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui). Gesù aggiunge che la sua Parola gli viene dal Padre, che lo ha inviato in questo mondo come Messia e Salvatore (24 e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato); perciò non osservare la Parola di Gesù significa non obbedire al Padre. Sottolineiamo che Gesù non parla del sentimento dell’amore, che potrebbe anche non esistere nel cuore di chi fa la Sua volontà – e non è necessario; egli afferma che fare la sua volontà è manifestazione certissima dell’amore per lui. Pensiamo agli effetti meravigliosi del nostro amore per Gesù: il Padre e Gesù ci amano e si manifestano a noi e con lo Spirito dimorano in noi! Crediamo alla Parola di Gesù, adoriamo il Padre e Gesù, lodiamoLi, ringraziamoLi, rinnoviamo il proposito di evitare il peccato grave, che ci fa perdere la presenza della Trinità in noi. (b) Gesù ha parlato finora mentre sta coi discepoli (25 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi), ma con l'Ascensione egli diventerà invisibile - non assente -; ma il Padre manderà lo Spirito come Paraclito, Consolatore e Avvocato, nel nome di Gesù (26 Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome), cioè per la sua preghiera, per la sua considerazione, al posto di lui, e soprattutto per continuare e portare a termine l'opera redentrice di Gesù; lo Spirito insegnerà ai discepoli ogni cosa - non un nuovo Vangelo -, riportando alla loro mente quello che Gesù aveva detto (26 lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto). Come Gesù è venuto per rivelare il Padre (Gv 5,43; 10,25), così lo Spirito viene per far conoscere meglio Gesù: la sua persona, il suo insegnamento e la sua opera redentrice (16,13; 15,26; 1Gv 4,1-6.13-16). Chiediamo il dono dello Spirito Santo e di essere docili al suo insegnamento e alla sua guida. Ricordiamoci anche di quanto dice S. Tommaso d’Aquino: durante la fase terrena della vita di Gesù, lo Spirito invisibile agiva per mezzo di Gesù visibile; dalla Pentecostre in poi Gesù invisibile agirà per mezzo dello Spirito, visibile nella Chiesa.
2. (a) Gesù dà ai discepoli il dono della pace, che non è quella superficiale e passeggera che può dare il mondo, ma quella stabile, duratura e profonda (27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi), che è frutto dello Spirito (Gal 5,22), viene da Dio, fonte di ogni bene, e sgorga dall'unione con lui. Chi ha questa pace non ha motivo di turbarsi e spaventarsi (27 Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore), perché ha Padre e Figlio e Spirito con lui. Alimentiamo l'unione con Dio e vedremo tutto con l'occhio di Dio e con la pace e gioia e serenità, che ha Dio in sé e partecipa a chi si affida a lui. (b) Ciò che turba in particolare i discepoli è che Gesù ha annunciato che per qualche tempo si allontana da loro (28 Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”). Gesù li incoraggia sulla base del loro amore per Lui (28 Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre): se lo amano veramente, devono essere contenti che egli torni al Padre, che è Dio come il Figlio, ma è l'origine del Figlio ed è più grande del Figlio (29 perché il Padre è più grande di me), perché questi è anche uomo: il Padre darà gloria a Gesù, in riparazione delle tante umiliazioni, che subirà nella Passione e Morte, e gli darà anche quella gloria, che come Dio ha avuto sempre ma che è restata velata durante la fase terrena della sua vita. Gesù ha parlato di queste cose con gli Apostoli per tempo, perché abbiano un motivo in più per credere in lui, vedendo realizzate le sue profezie (29 Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate). Crediamo in Gesù: è Dio e uomo, Messia e Salvatore, nostro fratello e amico; godiamo della gloria, che il Padre gli dà con la resurrezione; alimentiamo la nostra fede e il nostro amore perché così possiamo percepire meglio Gesù, che è presente ed agisce nei tanti modi, da Lui indicati.
II - Atti degli Apostoli 15,1-2.22 29 - (a) Nella Chiesa degli inizi quasi tutti i convertiti provenivano dall'ebraismo e quindi erano circoncisi, che rispettavano le leggi dell’AT, ma sapevano bene che Gesù era il Messia, mandato da Dio come Maestro e unico Salvatore. Quando iniziò la conversione dei provenienti dal paganesimo, furono ammessi da Pietro fra i discepoli col battesimo, senza farli circoncidere (At 10); così si fece nella chiesa di Antiochia, dove erano molti i pagani convertiti e non circoncisi. Qui da Gerusalemme vennero alcuni che sostenevano che la circoncisione con l'osservanza della legge ebraica era necessaria per salvarsi (1 «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati»). Scoppiarono discussioni animatissime tra costoro da una parte e Paolo e Barnaba dall’altra e fu deciso di inviare una delegazione a Gerusalemme per chiedere indicazioni su un argomento così importante (2 Poiché Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro…). Anche noi dobbiamo essere convinti che solo Gesù è il nostro Maestro e Salvatore e dobbiamo stare attenti a non diventare schiavi né di associazioni né di presunte apparizioni né di falsi maestri, che fanno staccare i fedeli da Cristo e dalla Chiesa. (b) Ci fu una pacata discussione sull'argomento nella comunità di Gerusalemme; fra i responsabili vi parteciparono gli Apostoli Pietro e Giovanni, Giacomo, capo della comunità di Gerusalemme, e anche Paolo e Barnaba. Si presero decisioni (21), che furono comunicate per lettera e con l'invio di una delegazione (22); ai credenti provenienti dal paganesimo e dimoranti ad Antiochia, Siria e Cilicia (23 «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia, che provengono dai pagani, salute!) veniva comunicato che parlavano di loro iniziativa - e non per incarico dei capi - quelli che sostenevano la necessità della circoncisione per loro (24); invece dagli Apostoli e dagli Anziani e da tutta la Chiesa (22) venivano mandati insieme a Paolo e Barnaba (25), che erano esaltati perché uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo (26), anche Sila e Giuda, uomini di grande autorità tra i fratelli (22), che avrebbero commentato le decisioni prese (27). Per ispirazione dello Spirito Santo i responsabili (28 È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi) avevano deciso di imporre loro solo l'astensione dalle carni offerte agli idoli, dal bere il sangue degli animali, dal mangiare gli animali morti soffocati e dai matrimoni illegittimi (28-29 di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: 29 astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime). Notiamo due cose: (A) le decisioni sono prese dai capi con l'aiuto dello Spirito Santo - e mostrano di esserne ben coscienti - e con la partecipazione dei fedeli alle discussioni: è una chiara manifestazione di quella che oggi si chiama sinodalità e di cui parla Papa Francesco come di uno stile che bisogna sempre più assumere; (B) sono decisioni particolari, che valgono solo per i luoghi indicati e finché ci staranno insieme convertiti dall'ebraismo e dal paganesimo; decadranno infatti nel giro di una generazione.
III - Apocalisse 21,10-14.22-23 – (a) Da un alto monte viene mostrata a Giovanni la sposa dell'Agnello sotto la forma di città, della Gerusalemme Celeste, che viene da Dio, risplende della grandezza e bellezza di Dio (10 L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio) e ha uno splendore straordinario (11). E’ cinta da alte mura con 12 porte, che sono sorvegliate da 12 Angeli e portano i nomi dei dodici patriarchi (12 È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele): questi nomi indicano che ci sono salvati fra gli ebrei. Ci sono tre porte per ognuno dei quattro lati della Città (13 A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte): la città è enorme e le porte in ogni direzione indicano che i salvati arriveranno da tutte le parti del mondo. Le fondamenta delle mura sono 12 basamenti affiancati o sovrapposti con i nomi dei 12 Apostoli di Gesù (14 Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello): essi indicano che ci sono anche salvati dalla predicazione degli Apostoli, mandati da Gesù in tutto il mondo. Tutti siamo chiamati alla salvezza e a essere cittadini di questa Città, perché tutti siamo amati da Dio e da Cristo. (b) In questa Città non c'è un tempio perché lo è Dio stesso e Gesù, risorto e glorificato, e quindi presente dappertutto e raggiungibile da tutti in qualsiasi momento (22 In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio); la luce non è assicurata dal sole o dalla luna, ma direttamente da Dio con la sua gloria e dall'Agnello, che ne è la lampada (23 La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello). Dio è luce (Sal 18,29) e Gesù lo è altrettanto (Gv1,9; 8,12; 9,5); Essi sono sorgenti di luce e calore e vita. Da Dio solo ci aspettiamo il bene che abbiamo qui e nell’eternità.
EUCARESTIA. Questo Gesù vivo e vero col Padre e lo Spirito Santo incontriamo nella Messa. Nella Parola siamo illuminati, nel Pane e Vino consacrati siamo nutriti e conservati nella vita divina. Preghiamo la Vergine SS e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, perché ci ottengono di partecipare alla Messa con la fede e la carità necessarie per averne i frutti