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Tempo di Quaresima: Domenica II dell'Anno C (2024-25)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Introduzione. Genesi ci presenta Abramo, che per la sua fedeltà diventa lo strumento dell’Alleanza tra Dio e il popolo; Luca ci fa contemplare Gesù trasfigurato, modello della nostra trasformazione quaresimale; Paolo ci invita a imitare lui e i santi, come essi hanno imitato Gesù.

I - Genesi 15,5-12.17-18 – (a) Dio aveva chiamato Abramo da Carran in Palestina, con la promessa di dargli una discendenza numerosa e una patria (Gn 12,1ss). Abramo credette a Dio e si trasferì con la moglie in Canaan. Ma la coppia invecchiava senza figli. Dio rinnovò la promessa: «Guarda in cielo e conta le stelle»; «Tale sarà la tua discendenza» (5); «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra» (7). E Abramo credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia (6): Dio lo rese giusto per la sua fede. Dio vuole che col suo aiuto pratichiamo la fede in Lui e nella sua Parola, riponiamo in lui la nostra speranza e fiducia e cresciamo nell’amore a Lui e al prossimo; così perdona i peccati e ci dà la vita divina. (b) Abramo chiese un segno (8) e Dio gli ordinò (9) di dividere in due un vitello, una capra e un ariete, e di mettere le parti separate una di fronte all'altra (10): i contraenti l’alleanza passavano tra le parti, imprecando contro di sé la fine degli animali, se non l’osservavano. Abramo al tramonto è assalito da torpore, terrore e oscurità (12) e tramontato il sole…, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente, simbolo di Dio, passare in mezzo agli animali divisi (17): Dio fa un patto con Abramo, rinnovandogli le promesse (18). I 2 segni di Dio passano attraverso gli animali tagliati, perché solo Dio prende impegni. Dio con noi stringe un’alleanza ben più importante: la realizza nel Sangue di Cristo e ci dà già in questo mondo la vita divina e nell’altro il paradiso; noi ci impegniamo a fare la sua volontà.

II – Luca 9, 28b-36 – 1. (a) Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare (28) e lì, Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto (29), splendendo come il sole (Mt 17,2); e anche la sua veste divenne candida e sfolgorante (29). La preghiera è incontro e dialogo con Dio; Gesù, nel contatto col Padre, è investito dalla luce, che rivela la sua divinità; i discepoli videro la sua gloria (32), la manifestazione di Dio presente e operante. Sul Sinai anche il volto di Mosè (Es 34,29) diventò luminoso. Nella preghiera siamo investiti dalla luce di Dio e diventiamo sempre belli ai Suoi occhi e, a volte, anche a quelli degli uomini, come alcuni Santi. La Quaresima è tempo speciale di preghiera: curiamone la quantità, aumentandola con l'aiuto della lettura quotidiana della Parola di Dio e del Catechismo della Chiesa Cattolica, ma soprattutto la qualità, facendola con attenzione e con raccoglimento, anche esterno, isolandoci. (b) Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia (30), apparsi nella gloria (31) - in rappresentanza della Legge e dei Profeti, cioè tutto l'AT - e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme (31), cioè del suo passaggio da questo mondo al Padre (Gv 13,1), della sua Passione e Morte per redimerci. Anche noi dobbiamo portare la croce con Gesù, seguendo l’esempio di Gesù, sorgente delle grazie, necessarie per portarla con pazienza. (c) Venne una nube e li coprì con la sua ombra (34), Pietro Giacomo e Giovanni. E dalla nube uscì una voce, del Padre, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (35; cfr. 3,22). Dopo, la voce cessò e restò Gesù solo (36). Rinnoviamo la nostra fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, Figlio di Dio e nostro fratello e Salvatore, per consentire a Dio di salvarci per mezzo della sua vita, morte e resurrezione. Ascoltiamo la sua Parola e mettiamola in pratica e testimoniamoLo con la vita e la parola. La Quaresima ci veda impegnati seriamente.

 2. Come reagiscono i presenti alla Trasfigurazione? (a) Essi seguono Gesù (28-29). Come gli Apostoli, stiamo con Lui lungo tempo, per conoscerlo meglio, amarlo di più, seguirlo più da vicino. (b)  Mentre Gesù prega (29), Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno (32), come avverrà nel Getsemani (Mt 26,40-46); ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria, trasfigurato, e i due uomini che stavano con lui (32). Essi, dormendo, perdono molte e grandi grazie, perché contemplano solo per poco la gloria di Gesù e dei Due e non sentono il loro dialogo, dal quale avrebbero attinto molta luce per la loro fede in Gesù e per la comprensione della necessità della croce nella vita di Gesù per salvarci e nella loro vita per seguirlo. Stiamo raccolti e concentrati nella preghiera; teniamo una posizione che favorisca il raccoglimento, ma non il sonno. (c) Essi sono sconcertati e confusi e perciò Pietro fa a Gesù la proposta senza senso: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva (33); poca fede e preghiera dà questi risultati in loro e in noi. (d) All’entrare nella nube, che li avvolge (34), avvertono la presenza di Dio, come gli Ebrei nel deserto dalla nube, che li accompagnava (Es 40,34-38). ed ebbero paura (34). Alimentiamo in noi il timore e il rispetto per Dio Padre e per Gesù, nelle loro varie presenze più o meno nascoste, naturali e soprannaturali; gustarle ci aiuta a stare raccolti. (e) La Parola, che esce dalla nube, conferma loro che Gesù è il Figlio unico di Dio e che va adorato e ascoltato (35), anche quando non lo capiamo; dobbiamo noi adeguarci a lui e non lui a noi; ai discepoli giova questo invito, specie per le difficoltà, che sentono perché da tempo Gesù preannuncia la croce per sé e pure per loro. 

III - Filippesi 3,17-41 (a) Il Signore Gesù Cristo è il nostro salvatore (20) per la sua morte in croce (18) e opera la nostra salvezza per mezzo del suo corpo glorioso (21). Egli ci conforma alla sua morte, facendoci morire al peccato, e alla sua risurrezione, comunicandoci la vita divina. Che fare? Fratelli, fatevi insieme miei imitatori (cfr. 1Cor 11,1) e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi (17). Già ora La nostra cittadinanza… è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo (20) per la fine del mondo; nel frattempo Lui cambia già ora la nostra vita in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose e a suo tempo trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso (21). Gesù ci salva adesso per la sua misericordia e con la sua grazia ci porterà in paradiso, e alla fine del mondo resusciterà il nostro corpo. Aderiamo con la mente e col cuore alla sua Parola. (b) Paolo esprime la sua grande sofferenza: molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo (18), cioè rifiutano di riconoscere il nostro salvatore in Gesù crocifisso e risorto e vivono da suoi nemici; essi non pensano che alle cose della terra e Si vantano del male, di cui dovrebbero vergognarsiil ventre è il loro dio, pensando solo ai cibi; così La loro sorte finale sarà la perdizione (19) eterna. Si tratta di Giudei o libertini, che rifiutano la fede... Collaboriamo con Gesù a salvarli con la preghiera e la penitenza, come altri l’hanno fatto per noi. Paolo ci esorta: rimanete in questo modo saldi nella fede e adesione al Signore (1), ricordando che l’Apostolo ci considera come fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona (1). La Quaresima ci deve servire a vivere così.

EUCARESTIA. Nella Messa ci parla Gesù: ascoltiamo la Parola e ci impegniamo a osservarla; il pane e vino, che lo Spirito trasforma nel Corpo e Sangue di Cristo, sono sorgente di unione con Lui e della capacità di fare la volontà di Dio. La Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni ci ottengano di parteciparvi con fede e carità. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Gesù… salì sul monte a pregare (28); Mentre pregava… (29). Tutta la vita spirituale  inizia e si sviluppa qui e continua nell’eternità nel dialogo con Dio. Il contatto con Dio ci deve accompagnare sempre, perché noi dipendiamo in tutto da Lui sul piano naturale e soprannaturale, anche se in modi diversi: senza di Lui non possiamo fare niente…

2. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno (32). Purtroppo si riprodurrà la stessa situazione nel Getsemani; ma mentre in questo mistero Gesù non esorta alla preghiera, nel primo mistero doloroso lo farà con insistenza e inutilmente. Il risultato sarà che i discepoli si troveranno deboli nella tentazione e fuggiranno tutti, abbandonando Gesù, persino i tre!

3. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto (36). Il silenzio rivela anche la difficoltà dei tre Apostoli a comprendere la visione avuta e il bisogno di riflettere per capire. Anche noi, come gli Apostoli e, soprattutto, come Maria e Giuseppe, conserviamo nel nostro cuore le parole di Gesù e quelle su Gesù e facciamone oggetto di meditazione (cfr. Lc 2,19.50-52).

4. Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia(6). Potenza della fede! Grazie alla fede noi accediamo non solo alle idee da ricordare, ma anche alle realtà divine, a cui tali idee si riferiscono. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno  (Gv 6, 54); chi crede a questa Parola e la pratica, ha la vita eterna già ora e la resurrezione in futuro, cioè ha accesso alle realtà indicate dalla Parola di Dio.

5. Si comportano da nemici della croce di Cristo…  (9). Sono coloro che nel loro cuore crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia (Eb 6,6) col peccato grave. Così facendo rinunciano a tutti i doni di salvezza, che Dio ha loro dato per i meriti della Passione e Morte di Gesù. Per la loro perdita grande è la sofferenza di Paolo e tanto più di Cristo!  (mons. Francesco Spaduzzi)

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