Tempo Ordinario - Domenica I dell'Anno C: Battesimo di Gesù /(2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario - Domenica I dell'Anno C: Battesimo di Gesù /(2024-25)
Introduzione. Isaia consola il popolo con l’annuncio della venuta di Dio come salvatore; Luca ci parla di Gesù come il Messia, gradito al Padre e che dobbiamo seguire; Tito ci fa una meravigliosa sintesi ella storia della salvezza, realizzata da Cristo per formare la Chiesa.
I - Isaia 40,1-5.9-11 - Dio ordina alla Corte Celeste: consolate il mio popolo (1) con parole, che arrivino al cuore di Gerusalemme (2); occorre gridarle che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, in quanto ha ricevuto dalla mano del Signore la giusta pena per tutti i suoi peccati (2), il doppio come l'eredità riservata ai primogeniti (Dt 21,15-17). Una voce - forse un Angelo – ordina: «Nel deserto preparate la via, per la quale camminerà il Signore (3) alla testa del suo popolo, da Babilonia a Gerusalemme (cfr. 9); la strada sarà per il nostro Dio in pianura (3): Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati (4). Un araldo porterà queste liete notizie a Gerusalemme (9), salendo su un alto monte (9) e alzando la voce con forza (9), senza temere (9), così che la notizia arrivi alle città di Giuda (9): Ecco il vostro Dio! (9). Ecco, il Signore Dio viene con grandi manifestazioni della sua onnipotenza e della sua signoria (10); Ecco, egli ha con sé i trofei delle sue vittorie (10). Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno (5). La sua gloria però non si rivelerà in imprese guerresche ma con i miracoli (cfr. 10) e manifestandosi pastore amorevole del suo popolo: Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri (11). Il profeta annuncia due avvenimenti: uno, vicino, che è la liberazione degli ebrei dalla schiavitù di Babilonia e il ritorno alla loro terra, e l'altro, più lontano, che è la liberazione degli uomini dalla schiavitù di Satana. Entrambi vengono realizzati da Dio: il primo nell’AT e rivela soprattutto la sua potenza, il secondo nel NT per mezzo di Gesù Cristo e manifesta la grazia (Tt 2,11; cfr. 3,7), la bontà e l'amore (Tt 3,4), la misericordia di Dio (cfr. Tt 3,7). Crediamo, adoriamo, ringraziamo, speriamo in lui, amiamolo. Pentiamoci dei peccati.
II - Luca 3,15-16.21-22 – Giovanni Battista annuncia la venuta del Messia. 1. Il popolo ammirava Giovanni, perché grande penitente e santo, profeta vero, che parlava a nome di Dio; ma il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo (15) il Messia atteso. Ma Giovanni fu esplicito nel negare di esserlo; rispose a tutti dicendo: “Viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali” (16); inoltre anche la missione del Messia sarebbe stata tanto superiore a quella di Giovanni, perché “Io vi battezzo con semplice acqua, mentre Egli vi battezzerà con la forza dello Spirito Santo e con una purificazione energica e profonda, come quella del fuoco” (16), che separa l’oro dalle scorie. Ammiriamo l'umiltà di Giovanni e la sua sollecitudine a chiarire la propria identità, per evitare equivoci nella mente dei discepoli e degli ascoltatori. Notiamo anche la sua fede, che gli fa vedere la differenza fra se stesso e il Messia e gliela fa affermare. La missione di Giovanni come precursore di Gesù è stata importante e l’ha compiuta con la massima fedeltà, nonostante il breve tempo avuto a disposizione! Impariamo da lui anche la vita penitente e che la vita santa del testimone apre il cuore delle persone ad accogliere più facilmente la fede in Gesù.
2. Tutto il popolo veniva battezzato da Giovanni e Gesù ricevette anche lui il battesimo (21). Gesù si mise in preghiera (21), o in dialogo col Padre, che per lui era costante, o per chiedere che si realizzasse il Regno di Dio o per altro; certamente pregò per la venuta dello Spirito Santo su di sé: lo Spirito già nell'Antico Testamento aveva sostenuto i profeti nel compiere la loro missione e ora era all'opera nell'attività di Giovanni e nella sua parola e ispirava gli ascoltatori ad accettare il suo invito alla conversione. Mentre Gesù stava in preghiera, ecco… il cielo si aprì (21) come segno della ripresa piena delle comunicazioni tra Dio e l'uomo; sopra Gesù discese… lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, mandato dal Padre (22); proprio allora venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (22), dichiarandolo quindi totalmente gradito a Lui. Lo Spirito scese su Gesù per indicare che la sua vita cambiava: lasciava la fase della vita “nascosta” ed entrava nel nuovo periodo della predicazione del Regno di Dio, esercitando il ministero della profezia; intanto la voce del Padre Lo accreditava non solo come Messia ma come suo Figlio. Rinnoviamo la nostra fede nella persona di Gesù Dio e Uomo, Messia e Salvatore dell'umanità, e nell'opera dello Spirito Santo in Gesù, come Capo del Corpo Mistico, e nelle membra di questo Corpo Mistico: di questo il credente diventa membro proprio grazie al battesimo, che fu istituito da Gesù per donarci lo Spirito Santo. Lo Spirito resta presente nel battezzato finché è in grazia di Dio ed è sorgente continua della sua vita nuova; inoltre sostiene i battezzati per aiutarli a far crescere il Regno di Dio sulla terra in vista del suo completamento in Cielo.
III - Tito 2,11-14; 3,4-7 – Infiniti sono la bontà di Dio (4) e il suo amore (4) e la sua misericordia (5) e la sua grazia (11), la benevolenza nei nostri confronti, che porta salvezza a tutti gli uomini (11), perché Egli Dio, salvatore nostro (4). Dio si è manifestato (4 e 11) buono e amante (4), misericordioso (5) e pieno di grazia (11) nella prima venuta del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo (13; cfr. 6). Gesù ci insegna la volontà del Padre per corrispondere alla sua chiamata: rinnegare l’empietà e i desideri mondani e… vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà (12), cioè evitare il male e fare il bene Egli è il nostro modello, perché ha praticato quello che ha insegnato. Egli ha dato se stesso per noi (14) e ci ha salvati (5) con la sua Passione e Morte, manifestazione, la più grande, del suo amore per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro, nuovo e santo, che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone (14,; cfr. 12). Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, non per i nostri meriti, ma per la sua misericordia (5); il rito che ci salva è un’acqua che rigenera e rinnova (5), il battesimo che ci genera alla vita divina e ci fa uomini nuovi; esso ci dà il dono dello Spirito Santo (5), che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro (6). E’ lo Spirito che ci aiuta a mettere in pratica l'insegnamento di Gesù, a farcelo guardare come modello e sorgente di perfezione nel suo mistero pasquale. Ormai figli di Dio, fratelli di Gesù e dimora dello Spirito Santo, perché giustificati per la sua grazia, cioè giusti ai suoi occhi per la sua benevolenza, se viviamo secondo la volontà del Padre, noi diventiamo nella speranza, eredi della vita eterna (7). Nel frattempo viviamo nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria (13), della seconda venuta gloriosa di Gesù, che verrà come giudice di tutti. S. Paolo in questi due brevissimi brani della Lettera a Tito ci presenta una sintesi di tutta la fede e vita cristiana: troviamo i due misteri principali della fede, l’opera redentrice attuata da Gesù, i mezzi per perseverare nella vita divina, iniziando col battesimo, la morale, ecc. E soprattutto ci ricorda che dobbiamo tutto alla bontà e all’amore e alla misericordia e alla grazia di Dio…
EUCARESTIA. La fede e il battesimo ci fanno entrare in comunione con Cristo e per mezzo di lui con la Trinità. Nella Messa raggiungiamo il vertice della comunione se vi portiamo le giuste disposizioni, specie fede, speranza e carità. Chiediamo alla Vergine Maria e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni, di ottenerci queste disposizioni. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Se il Padre, che ha esigenze infinite, trova il suo totale compiacimento in Gesù, il Figlio suo fatto uomo, non troveremo anche noi in Lui il soddisfacimento di tutti i nostri bisogni? Inoltre per piacere al Padre, dobbiamo stare in perfetta comunione con Gesù, in modo che il Padre sia soddisfatto di noi guardando al Figlio. E per piacere a Gesù, dobbiamo seguirLo con fedeltà.
2. Gesù è infinitamente amato dal Padre; il Padre amerà anche noi se siamo membra vive del Corpo mistico di Gesù, perché in tal caso la vita divina, che il Padre ha trasmesso a Gesù, è anche dentro di noi e ci fa essere figli del Padre. La presenza dello Spirito in noi garantisce che tutto quello che è avvenuto in noi, possa essere conservato e giunga a maturità.
3. Nel battesimo da semplici uomini, per giunta peccatori, noi diventiamo figli del Padre, fratelli di Gesù e membra del suo Corpo mistico, e dimora, amico, sposa dello Spirito Santo, grazie alla fede e al battesimo. Siamo elevati a dignità altissima e il Padre per mezzo di Cristo ci dà tutte le grazie, che consentono allo Spirito di conservarci in questa dignità.
4. In Gesù si realizzano pienamente tutte le profezie e anche questa della tenerezza del pastore per le sue pecore e la cura che egli ne ha, specie per le deboli (Is 40,10-11). Nella vita pubblica Gesù mostrerà la misericordia di Dio nella sua persona per tutti quelli che si accostano a Lui, cosa sorprendente per i suoi avversari, che se ne mostrano stupiti e contrariati.
5. Gli attributi, che Paolo sottolinea in Dio, sono la sua bontà e grazia, che si manifestano nell’amore e misericordia verso gli uomini, per mezzo di Gesù Cristo e con l’attività dello Spirito Santo nei credenti. Sentiamoci amati dalla Trinità e corrispondiamo al Suo amore con la nostra fede e il nostro amore e con una vita che corrisponda ai Suoi desideri. (mons. Francesco Spaduzzi)