Terremoto in consiglio provinciale. Crolla L'ISISS Ronca Montoro/Solofra?
Le forze politiche montoresi languono mentre si disegna lo spoglio del territorio dei servizi conquistati dopo anni di impegno civile. La possibilità di consolidare l'istruzione superiore nel nostro comprensorio, attraverso L'ISISS RONCA, dopo anni di investimenti, si vuole sacrificare con la disarticolazione della scuola in due succursali del capoluogo. La legge sul riordino dimensionale delle scuole non puo essere il pretesto per nuove occasioni di spartizione e trattativa politica per negare il diritto ai territori nella provincia. Il nuovo Consiglio provinciale si inaugura all'insegna di un prospettiva incerta per Montoro e Solofra: la mancata conferma di Giaquinto, nell'assise del consiglio provinciale e la possibile perdita di una scuola nel nostro territorio. La politica locale deve chiarire quali politiche di valorizzazione propone per Montoro Unita. Non è accettabile che Montoro, nel momento in cui aspira a dirsi CITTA', perda la possibilità di realizzare un polo di istruzione SUPERIORE per i suoi giovani, per tornare agli anni settanta, quando ragazzi, come me, per studiare si svegliavano alle sei di mattina per tornare a case alle quattro di pomeriggio.
MONTORO se non avanza, arretra, da quando ha scelto di essere una sola.
La politica locale non può essere inerte rispetto ad un tema così importante. Attraverso la scuola si disegnano le politiche giovanili e del futuro delle famiglie. Nella formazione risiedono le speranze del generazioni. Il progresso e l'avanzamento di un territorio si misurano attraverso l'istruzione. Nel nostro comprensorio, abbiamo la possibilità e il diritto di disegnare il futuro migliore per i giovani attraverso un'offerta di occasioni nelle forme più coerenti con le risorse disponibili, il sistema delle imprese e la cittadella Universitaria. In tutti questi anni si è detto e ridetto rispetto ad una prospettiva di rapporto del comprensorio con l'università, ma nulla si è fatto se non considerare la sola possibilità di una speculazione fondiaria attraverso l'indotto insediativo. Tutto resta ancora da fare. Nel disegno di una riqualificazione del sistema urbano, nelle sue articolazioni storiche e recenti, nelle valenze di una qualità della vita fondati su principi di solidarietà e appartenenza democratica, a partire dal diritto di accesso ai servizi, esiste una reale possibilità di futuro per il nostro territorio. L'esaurimento di una spinta propulsiva nascente nel clientelismo scientifico, segna finalmente il passo, attraverso il terremoto nel consiglio provinciale di Avellino. La politica della rete e degli affari, una strategia di coesione viziosa, troppo praticata nei nostri territori per compensare la debolezza di una società civile, non riesce più a garantire un futuro di convivenza delle comunità. Bisogna tornare alla pianificazione, come prodotto di una dialettica della partecipazione, per affrontare la realtà dei bisogni veri delle popolazioni. Le forze politiche, del nostro territorio, non possono rinunciare alle occasioni attraverso le quali si misura il senso stesso del proprio esistere. Le scuole non si toccano, gli ospedali non si toccano, le conquiste dei servizi di civiltà nei territori non si toccano se non si vogliono tradire le comunità.
Ing Prof Agostino Landi